M come Mutante
“Le madri sono i paesi da cui proveniamo”
Rachel Cusk
Care e cari,
bentrovate e bentrovati.
Sono ancora qui travolta dall’attesa, in balia dell’ignoto, che provo a pensare ad altro anche se si fa, devo ammettere, molta molta fatica.
Sto per diventare mamma.
Non ho alcuna idea di cosa significhi, mi sento completamente impreparata, spaventata ed elettrizzata.
È strano.
Oggi sono venute a pranzo delle mie carissime amiche che, come è naturale che sia con 30 gradi all’ombra a fine maggio, mi hanno raccontato come stanno organizzando le vacanze.
“E tu?”
E io?
Non lo so.
Sì certo idealmente sappiamo che andremo un po’ in montagna, poi forse al mare… ma proiettarsi verso il futuro con questa variabile pazza del “bambino che presto ci sarà” è difficile.
Come vi dicevo qualche newsletter fa, mi sono allenata a non fare voli pindarici, a non lasciare andare l’immaginazione verso territori troppo sconosciuti e irreali. Per questo quando mi chiedono “come ti immagini baby cuore blu?” io rispondo “non lo immagino”.
E sono pienamente sincera.
Non so che volto avrà, cosa farà, cosa gli piacerà fare con me.
Non voglio caricarlo di aspettative, non voglio proiettare su di lui una visione che è solo mia.
L’amore materno è un percorso di conoscenza non di appagamento dell’ego della mamma.
Un po’ come tutte le forme d’amore.
Ho affrontato la maternità giorno per giorno, immergendomi nella trasformazione, attraversando le fasi della gravidanza con curiosità e lasciandomi stupire.
Selena Pastorino in un libro che si chiama Filosofia della maternità scrive
“La più grande rivoluzione che la maternità ha comportato nella mia vita è stata l’opportunità di sentirmi intera, di percepire ogni parte di me integrarsi e articolarsi all’interno di una dimensione complessa, in costante divenire”.
In altre parole, mai come nella maternità ho sentito forte una trasformazione incontrollabile che parte dal corpo e solo dopo arriva alla testa.
Anzi non è detto che alla testa ci arrivi.
In un crescendo di scollamento tra quello che pensavi di essere e quello che sei diventata.
Il corpo che diventa grosso, gonfio, grasso, accogliente è il primo segnale che tu stai mutando.
Stai diventando altro da te stessa.
Che cosa?
Non lo sai.
Sono sostanzialmente agli sgoccioli del nono mese. Ho un mal di schiena perenne che mi porta, anche in questo momento, a dover scrivere in pose plastiche e anche parecchio buffe, appoggiandomi su dei cuscini trasformando il divano in triclinio come se fossi Cleopatra. Ho Marcello sui piedi che non si stacca da me un minuto perché ha capito che c’è qualcosa che sta succedendo e lui non ha idea di cosa sia ma di certo ha capito che non è una buona idea lasciarmi.
Come ho scritto in questo post per il quale ho ricevuto un sacco di feedback da parte vostra, storie, idee, ringraziamenti (per raccontare la gravidanza non solo come un mondo idilliaco fatto di palloncini e gioia) non mi sento bella niente.
Sono gonfia, stanca, tonda, con gambe e labbra raddoppiati, i piedi piatti, la sciatica. Mi addormento alle 9 di sera per poi svegliarmi a mezzanotte e non riuscire quasi più a prendere sonno. Ho un seno gigante e una paura tremenda di non tornare più come prima.
L’ ambivalenza del sentimento materno pulsa nella mia mente e attraversa le mie emozioni.
“Chi pensa che la gravidanza sia l’unico momento nella vita in cui una è libera di ingrassare, se lo scordi. Sono vietate le torte, i biscotti, le bibite gassate, le patatine. “Quando portate una forchetta alla bocca” ammonisce uno dei manuali “osservatela e riflettete.. è davvero il miglior boccone per mio figlio? Se la risposta è no posate la forchetta”
Scrive Rachel Cusk in “Puoi dire addio al sonno” aggiungendo
“Nella cultura della gravidanza, il bambino assume un ruolo curioso. È allo stesso tempo vittima e autocrate. È un essere destinato a vivere soltanto un attimo di perfezione, il parto, in seguito al quale degenera e si deteriora, diventa umano e si macchia di peccati, piange ed è restituito al regno della realtà”.
Io non penso che la gravidanza sia una schifezza, ma penso che creare attorno a lei un racconto più veritiero, prosaico, meno mitizzato, è di certo meno poetico, ma ridurrebbe di gran lunga la sensazione di inadeguatezza che pervade la stragrande maggioranza delle madri che non sentendosi riconosciute nelle narrazioni che leggono sui manuali, su Instagram e nel mondo che hanno intorno (ma che meraviglia! Ma sarai felicissima!!) si sentono sbagliate.
Il corso preparto è la gara a chi si è preparata meglio all’avvento del pargolo.
Ti trovi a confrontarti con cinture nere di conoscenza dei migliori Trio in commercio ed esperte di Baby Wearing.
Hanno frequentato ogni tipo di corso, sanno già tutto su neonati, allattamento, coliche, da sfidare le ostetriche che tengono il corso con domande che si fanno via via più approfondite.
Sollevando questioni trabocchetto come manco il mio prof di filosofia del liceo -che non a caso era soprannominato l’infame- nel compito in classe su Hegel.
Io ho resistito a due incontri e ho silenziato il gruppo Whatsapp perché già sono travolta dalle mie di ansie… figurati se devo assorbire i patemi di 28 quasi madri esperte di Hypnobirthing.
Io però non me la prendo con loro.
Me la prendo con noi.
Perché ci siamo ridotte così?
Perché ogni prova che dobbiamo sostenere- e il parto direi che è un momento centrale delle nostre vite- ci sentiamo sempre come all’esame di maturità travolte dalla sindrome dell’impostore????
Per qualediamine di motivo abbiamo la necessità di controllare TUTTO quando risulta palese, soprattutto nella maternità, che il tutto non è controllabile???
Il bambino nascerà quando deciderà lui, il travaglio andrà come nessuno ha idea che vada, anche se è al secondo o terzo figlio, tu diventerai qualcosa che nemmeno ti immagini.
Per quanto tu voglia organizzare, controllare, anticipare, NON HAI IL POTERE SUL FUTURO MA MANCO SUL PRESENTE.
Anche manifestare la paura per il momento del parto ormai è un tabù.
Il parto deve essere positivo, idilliaco, un momento di dolore e fatica che però è magico e straordinario, perché ti porta a incontrare il tuo grande amore.
Non ho dubbi sia così, ma io ho una gran fifa lo stesso.
NOTE PER IL PROSSIMO MESE
Come avrete intuito sto per partorire. Spero di riuscire a rispettare l’impegno preso con voi nell’invio delle newsletter ma non ne sono così sicura, anche perché preparare una newsletter richiede studio e ricerca.
Non voglio trasformarla nello sfogo di una neomadre, vorrei comunque offrirvi consigli, punti di vista, suggerimenti su cosa vedere, leggere. Affrontare temi più disparati.
In queste settimane faccio però fatica (e credo sia umano e normale) ad andare oltre la mia pancia e la mia trasformazione)
Può essere che salti qualche settimana. Per chi ha sottoscritto l’abbonamento a pagamento verrà tenuto conto, non preoccupatevi e grazie sempre della fiducia.
SE VOLETE SCRIVETEMI LA VOSTRA OPINIONE IN MERITO. Se comunque delle newsletter più brevi come questa possono piacervi.
LE FRASI DELLA SETTIMANA
Dal libro La linea nigra do Jasmina Barrera
DA RECUPERARE SU INSTAGRAM
In questa IGTV vi racconto un po’ di libri che ho letto in queste settimane.
•Non è al momento raggiungibile: il mondo dei social raccontato in un romanzo in cui la protagonista cerca se stessa. Tra fallimenti, amori tossici, sfide, colpi di fortuna.
• Le madri non dormono mai: madre e figlio, Napoli, il carcere. Un romanzo corale d’amore, crescita e confronto. Piangerete un sacco. Dalla sapiente penna di @lorenzomarone @einaudieditore
• Sola andata : esordio narrativo di grande potenza intima. Una storia d’amore e ricerca d’identità tra città (roma e Londra), case minuscole, giovinezza fragile. @nneditore
• La vita che brilla sulla riva del mare: Rachel Carson è biologa marina coraggiosa che negli anni 50 lottava contro le aziende chimiche denunciando i rischi del DDT @abocaedizioni
• La biblioteca delle ultime possibilità: una ragazza, dei libri, la voglia di ricominciare, un amore dimenticato. Ingredienti deliziosi per un romanzo non originalissimo ma irresistibile @librimondadori
• Flaneries: una Parigi diversa da riconoscere passeggiando @mattioli1885books
• Specchio delle mie brame: che cos’è la bellezza? Esiste un bello oggettivo? Ha un valore morale? Maura Gancitano scrive un saggio pieno di intelligenza e vita su uno dei temi che poi impattano sulla contemporaneità: come appariamo @tlon.it @einaudieditore
• La linea nigra: tra biografia, saggio, racconto… che significa diventare madri? Che cosa rimane delle figlie che eravamo? Un libro scrigno difficile da definire, arricchente da leggere @lanuovafrontiera
In questa diretta con Romana Petri abbiamo parlato di “maternità mostruose”… perché non è da tutti essere madri.
PROSSIME DIRETTE
Lunedì 30 alle 21 chiacchiero con Gynepraio (@gynepraio) di un romanzo bellissimo anche se doloroso.
Appunti sulla tua scomparsa improvvisa di Alison Espach, storia di crescita e formazione della giovane Sally, tredicenne un po’ impacciata e molto simpatica che guarda con ammirazione Kathy, sua sorella maggiore.
Un giorno però a causa di una sciocca disattenzione (forse la vita funziona così) mentre Sally è in macchina con sua sorella Kathy e il fidanzato di lei Billy, succede un incidente.
Kathy muore, non c’è più e la vita di Sally, la sua crescita, le sue esperienze, la sua storia, rimangono legate a questo evento.
Il romanzo è il racconto d’amore di una sorella all’altra. Un atto dovuto, un modo per andare avanti, superare il senso di colpa, ritrovare un senso quando il senso sembra essere perso per sempre.
E sarà attraverso la relazione – d’affetto, aiuto, forse amore- tra Sally e Billy che verranno ricomposti i pezzi, aggiustando vite in frantumi.
Alison Espach, al suo esordio in Italia, autrice scelta dal New York Times e docente di scrittura creativa, è bravissima a intrecciare amore e perdita in un romanzo che ti spacca il cuore ma lo riempie anche di tenerezza.
Non c’è mai nulla di patetico, il dramma viene attraversato nella sua terribile realtà, attraverso gli occhi di una ragazzina che vorrebbe solo essere spensierata. Il cui desiderio rimane riavere indietro la sua sorella maggiore.
SERIE TV
È arrivata l’ultima stagione di Stranger Things!!! Grazie Netfilx per rendere queste “attese” più lievi.
Dal 3 giugno invece su Amazon Prime non vedo l’ora di vedere the Boys, sarà la mia serie tv dei primi tentativi di allattamento!!!
Sabato sera è terminato il Festival di Cannes.
Ne abbiamo parlato qui con Giorgio Viaro di Bestmovie.
Il film che ha vinto, come vi dicevo nella scorsa newsletter mi incuriosisce moltissimo
I modelli Carl (Harris Dickinson) e Yaya (Charlbi Dean) stanno navigando nel mondo della moda mentre esplorano i confini della loro relazione. La coppia è invitata per una crociera di lusso su uno yacht pieno di passeggeri super ricchi, tra cui un oligarca russo, trafficanti d’armi britannici e un capitano idiosincratico, alcolizzato, e Marxista (Woody Harrelson).
All’inizio, tutto appare instagrammabile. Ma si sta preparando una tempesta e un forte mal di mare colpisce i passeggeri durante la cena del capitano di sette portate. La crociera finisce in modo catastrofico. Carl e Yaya si ritrovano abbandonati su un’isola deserta con un gruppo di miliardari e uno degli addetti alle pulizie della nave. La gerarchia viene improvvisamente capovolta, poiché la governante (o “Toilette Manager”) si rivela essere l’unica a saper pescare.
Sulle piattaforme potete vedere The Square, il film precedente di Ostlund, anche lui vincitore della Palma d’oro a Cannes nel 2017. Lo trovate su Amazon Prime, Mubi e Rai play.
Evviva evviva anche per Le otto montagne tratto dal romanzo di Paolo Cognetti, con Luca Marinelli e Alessandro Borghi, i registi Charlotte Vandermeersch, Felix Van Groeningen. Sono gli stessi del bellissimo Alabama Monroe.
PREMIO DELLA GIURIA A CANNES!
Vi ricordo che nelle sale direttamente dalla croisette trovate:
Esterno notte di Marco Bellocchio e Nostalgia di Mario Martone con un insuperabile Pierfrancesco Favino.
ANDATE!!! Voi che potete!!!!
Vi abbraccio col cuore,
grazie per leggermi ed esserci.
Siete prezios*
Marta