Buon 2023
Care e cari, bentornate e bentornati.
Sono felicissima di ritrovarvi qui. Saluto chi c’è da sempre e le tante nuove arrivate grazie alla promozione natalizia e all’entusiasmo di un nuovo anno che speriamo sia carico di curiosità e meraviglia.
Chi sono, cosa faccio e cosa succede qui
Per i nuovi arrivati: mi chiamo Marta Perego e sono una giornalista culturale. Dopo tanti anni in tv in cui ho creato e condotto programmi dedicati ai libri e al cinema, mi sono inventata uno spazio social e online in cui crescere, confrontarci, imparare, divertirci.
Da sempre cerco un modo di raccontare la cultura che sia leggero ma anche profondo, che trasformi chi si lascia trasformare, che offra spunti ma che non sia pedante o didascalico.
Qui troverete stimoli, curiosità, spunti di lettura, visione e riflessione.
Dalla community di instagram (che trovate, per chi non la conosce qui) è nata questa newsletter da cui poi sono partite tante cose. Una su tutte i nostri incontri “flaneuse”.
Cosa sono gli incontri flaneuse?
Un paio di anni fa ho scritto un piccolo libro venuto di getto tra pandemia e vita che si trasformava dedicato alla mia città – ma anche alla solitudine, alla ricerca di una propria vocazione, alle strade che si scelgono e mutano come mutiamo noi- che si chiama M come Milano, in cui raccontavo di una trentaseienne che si muoveva con il suo cagnolino Marcello (maddai) per una città che offre stimoli che connettono il passato con il presente, i grandi autori ad una vita fatta di aperitivi, vernissage cose da fare. Una vita che corre e che spesso si lascia scorrere.
Nelle voci di questi autori, camminando un passo dopo l’altro, ho ricercato la mia voce e la mia strada.
Anziché presentare il libro in forma canonica ho iniziato ad organizzare degli incontri passeggiati in cui ripercorrere le vite degli autori (e soprattutto delle autrici) di cui parlavo.
Siete arrivate e siete arrivate in tante.
Ho capito che c’era tanto desiderio di conoscere, esplorare, vivere le vite dei grandi scrittori del passato in forma diversa.
Riconquistare la città passeggiando, esplorando angoli sconosciuti, mettendo in connessione il passato con il presente, allargando lo sguardo, ripercorrendo le vite di grandi donne e storie che hanno animato e vissuto la città di Milano.
Camminare può essere un atto rivoluzionario se lo intendiamo non come "corro da qua a là", ma mi muovo nello spazio entrando in connessione con lui.
Perchè flâneuse?
Flâneuse è la donna che, solitaria, non ha paura di vagabondare per la città e nella vita alla ricerca di ispirazione, stupore e senso dell'esistenza. È un termine che, quando fu coniato il maschile flâneur, non esisteva, perché nel XIX e inizio XX secolo le donne non potevano passeggiare da sole. Non era ritenuto opportuno, non era concepibile che avessero il tempo per vagabondare per la città, come i maschi.
Da Milano ora ci stiamo allargando in altre città. Sempre con lo stesso spirito. Non sono dei “tour” (non potrei: non sono una guida) ma delle occasioni di incontro, chiacchiera, conoscenza e crescita.
Una delle cose più belle che sono capitate con questi incontri è vedere chi partecipava connettersi con gli altri. Sono nate amicizie, occasioni di confronto, rapporti che sono andati “oltre” la passeggiata flaneuse.
Abbiamo pranzato insieme, chiacchierato, riso, condiviso esperienze.
Non vedo l’ora di ricominciare!
Sto finalizzando il calendario che vi manderò in settimana in una newsletter dedicata con i già i link per iscrivervi. L’obiettivo di questi primi mesi del 2023 è rendere un evento nato in maniera spontanea sistematizzato e più organizzato.
Avrete presto tutte le informazioni!
Inizio col dirvi che la prima data prevista è a Milano e replicherò una passeggiata che ha avuto molto successo la prima volta che l’ho proposta: è dedicata ad Alda Merini.
PER CHI HA PARTECIPATO ALLA CAMMINATA FLANEUSE PRECEDENTE SU ALDA MERINI… dateci un occhio comunque perché ci saranno grandi novità!
Altri eventi
Gli eventi che ho in programma per questo nuovo anno flaneuse sono tanti e variegati.
Tornerà il caffè filosofico con Maria Russo, docente di filosofia morale all’Università San Raffaele di Milano.
È un momento per confrontarci, riflettere su un tema, trovare nuove definizioni e vie di ridefinizione del mondo grazie alla filosofia.
Capire chi siamo, cosa vogliamo, dove andiamo.
Se abbiamo necessità di cambiare qualcosa e trovare il coraggio di farlo.
La formula di partecipazione è ibrida: potete venire in presenza alla Libreria Verso di Milano oppure partecipare online via zoom.
Ovviamente caldeggiamo la presenza, ma so perfettamente che le vite sono complicate e quindi abbiamo scelto di dare questa possibilità.
Il tema che abbiamo scelto è la vocazione. Per ogni incontro vi invieremo dei testi da leggere (facoltativi) per poi discuterne insieme, avere degli spunti per rivolgere la riflessione su di noi, i nostri problemi esistenziali e il nostro percorso.
GLI APPUNTAMENTI SARANNO
Sabato 21 gennaio alle 11: LIBERTA’
Sabato 11 febbraio alle 14: SCELTA
Sabato 11 marzo alle 11: RELAZIONE
Per i costi, le modalità di pagamento e per iscrivervi trovate tutto qui .
Arrivano le nuove challenge!
È iniziato tutto un paio di anni fa con l’arrivo del lockdown. Insieme abbiamo letto e ripercorso classici della letteratura russa (Delitto e castigo), inglese (Virginia Woolf), italiana (Fausta Cialente), francese (Simone De Beauvoir), inglese di nuovo (Jane Eyre)
Per questo nuovo anno ho due autrici che vi voglio proporre:
Colette (si celebrano i 150 anni dalla sua nascita) e Sylvia Plath (60 anni dalla morte).
Francia e Stati Uniti. Due epoche storiche diverse, storie diverse ma lo stesso desiderio di scrivere, autodeterminarsi, trovare se stesse e la propria vocazione.
Inizieremo con la grande maestra delle lettere francesi (sicuramente avete visto Cheri con Michelle Pfeiffer… il libro lo ha scritto lei).
Nata il 28 gennaio (acquario, nata 3 giorni dopo Virginia Woolf) 1873 è stata scrittrice, attrice, scandalosa, libera, anticonformista.
Insieme vorrei che leggessimo una delle sue prime opere: La vagabonda (potete acquistare il libro a questo link.
Colette, pseudonimo di Sidonie-Gabrielle Colette (1873-1954), è stata una scrittrice e attrice teatrale francese e una delle grandi protagoniste della sua epoca. La sua vita e la sua opera letteraria danno testimonianza del suo essere una donna libera, anticonformista ed emancipata. Fu una vita, la sua, scrive Anna Banti, l’eccezionale traduttrice de “La vagabonda” «ricchissima di esperienze che, mentre confermavano nei critici suoi contemporanei una fama di esibizionistica spregiudicatezza, favorirono una sua ascesa non solo letteraria e poetica, ma saggiamente, lucidamente morale». E Colette sembra rispecchiarsi in Renée Neré, la protagonista de “La vagabonda”, «gioiello di romanzo breve, che più che un romanzo d’amore è la celebrazione della rinunzia all’uomo», al matrimonio, alla sicurezza, al calore di un focolare domestico, in nome di una libertà insopprimibile. La scelta di Renée, certo, è dolorosa e la sua virtù è crudele, «oserei dire una virtù giansenista».
Iniziamo ora e concludiamo questa challenge il 15 febbraio per poi attaccare con Sylvia Plath (del libro vi parlerò più avanti).
Come si svolge la challenge? Faremo un primo incontro di presentazione in diretta instagram e poi due incontri via zoom per chi è abbonato a Flaneuse GOLD oppure con un contributo di 5 euro a incontro. Parleremo di Colette, del suo rapporto con la letteratura, il cinema (sapevate che ha scoperto Audrey Hepburn?), la sua eredità. Un incontro sarà con me, un altro con un ospite speciale.
Le date sono ancora da definire, state sintonizzate su instragram e nella prossima newsletter.
Veniamo a noi.
Le vacanze sono finite.
Per me si è trattata della prima vacanza natalizia da mamma, non da sola, con un compagno e un cane.
Sono arrivata a dicembre sfinita dalla fatica di cercare di mettere insieme tutte le parti di me. Mi sono abbandonata a giornate senza pensieri che non fossero la pappa, la nanna, dare una routine al bambino.
Credevo fosse alienante invece è stato per certi versi liberatorio.
Non dover convivere con il pensiero di dover incastrare sempre tutto, essere presente come mamma ma anche mentalmente come giornalista, divulgatrice, scrittrice, essere pensante.
Abbandonarmi alla lettura “se avrei avuto tempo” e magicamente di tempo ne ho avuto con Orlando che forse, grazie alla presenza di entrambi i genitori vigili e attenti su di lui, si è sentito più rilassato. Ha dormito di più, io ho letto, pensato, mi sono quasi riposata e a mano a mano ho aperto un varco per comprendere una visione di maternità onnicomprensiva e non a blocchi (mamma a casa, altro fuori).
Mi sono goduta il tempo più lento, le risate con un bebè che impara a rotolare e tirare su la testa quando lo mettiamo a pancia in giù.
Ho cucinato litri di brodo di verdure, provando varie forme di svezzamento.
Ho passeggiato in montagna, respirato il silenzio. Siamo andati a letto presto, abbiamo visto Harry Potter, film e serie tv controllandolo dal baby monitor.
Sono state vacanze diverse che a tratti mi sono sembrate lunghissime, in altri momenti troppo veloci.
Con quella sensazione che hai che il tempo che hai a disposizione non è più tuo ma di qualcun altro, ma non si perde nulla.
Si arricchisce.
LIBRI CHE HO LETTO IN VACANZA
TASMANIA
Ho amato molto il romanzo di Paolo Giordano (a gennaio ci sarà una diretta su Instagram con l’autore, ve lo prometto). Non mi aspettavo quella sincerità e purezza, quel desiderio di messa a nudo, di ricerca del valore delle narrazioni come specchio delle nostre inquietudini che sono personali e globali.
La storia non c’è o c’è a tratti. C’è uno scrittore che scrive sul Corriere della Sera che si chiama Paolo che si trova in un momento di crisi esistenziale (voleva diventare padre, ma l’ipotesi è sfumata, la sua relazione ormai consolidata si trova in quella fase in cui le scelte vanno rinnovate e ridefinite) si confronta con la crisi del pianeta (il riscaldamento globale ma non solo).
È un romanzo sulla possibilità di fare dei progetti in un presente che sfugge, incerto e forse anche pericoloso. Un po’ come la bomba atomica che il protagonista si ritrova a studiare (ripercorrendo le vicende degli scienziati che lavorarono a questa scoperta rivoluzionaria e terribile).
Un fuori e dentro costante, senza soluzione di continuità. Forse è il romanzo più sociologico che abbia letto negli ultimi anni. Crisi della coppia, crisi della genitorialità, crisi mondiale, crisi della scienza e della fede nella tecnologia, crisi dei sentimenti, delle possibilità che hanno le parole di ricostruire mondi.
Ma in questa “crisi” compare il desiderio di futuro. Quella voglia di immaginarlo, tenerlo stretto, che spesso va a braccetto con la volontà di amare.
In fondo Tasmania è soprattutto una storia d’amore. Amore per l’altro, gli altri, verso se stessi, amore per i figli che non sono i nostri biologicamente ma lo diventano attraverso la cura e la presenza.
Da lì, dall’amore, rinasce sempre la speranza.
Potete acquistare il libro a questo link
COME UCCIDERE LA TUA FAMIGLIA
Grace è una ragazza londinese che lavora nel marketing e che ha un progetto grandioso: uccidere tutta la famiglia di suo padre. Però si trova in carcere per l’unico delitto che non ha commesso. Che cosa è successo? Come ha ucciso e perché la sua famiglia? I toni sono quelli della commedia nera, che fa sorridere e non si vede l’ora di arrivare la fine. Consigliato come svago in queste settimane di ripresa e a chi soffre del blocco del lettore: impossibile non leggerlo!
Potete acquistare il libro a questo link
Da questo momento in poi i contenuti dalla prossima settimana saranno fruibili solo da chi ha abbonamento a pagamento. Parleremo di film, libri, serie tv, anniversari letterari e non solo con tanti consigli e approfondimenti.
Libri che non vedo l’ora di leggere a Gennaio e Febbraio
I libri che escono tra Gennaio e Febbraio sono tanti e i titoli mi fanno impazzire!
Ecco una selezione:
Con in denti di Kristen Arnett
Bestseller americano che demistifica l’idea di famiglia arcobaleno perfetta mostrando tutte le sue crepe attraverso la storia di Sammie una donna che non capisce il figlio, che nutre risentimento verso la donna che ha scelto di sposare e che non ha più paura di mostrare il lato oscuro dell’amore e della maternità.
Tra le uscite imperdibili di questo gennaio ci sono La vita intima (acquistabile a questo link) di Niccolò Ammaniti che mi incuriosisce non poco:
«La paura finisce dove comincia la verità». Maria Cristina Palma ha una vita all’apparenza perfetta, è bella, ricca, famosa, il mondo gira intorno a lei. Poi, un giorno, riceve sul cellulare un video che cambia tutto. Nel suo passato c’è un segreto con cui non ha fatto i conti. Come un moderno alienista Niccolò Ammaniti disseziona la mente di una donna, ne esplora le paure, le ossessioni, i desideri inconfessabili in un romanzo che unisce spericolata fantasia, realismo psicologico, senso del tragico e incanto del paradosso. Niccolò Ammaniti è ritornato più cattivo, divertente e romantico che mai.
E Fame d’aria di Daniele Mencarelli (quello del bellissimo Tutto chiede salvezza). Qui il tema è la genitorialità "I genitori dei figli sani non sanno niente, non sanno che la normalità è una lotteria, e la malattia di un figlio, tanto più se hai un solo reddito, diventa una maledizione."
Si prospettano emozioni forti e non scontate. Potete acquistare il libro a questo link.
L’ultimo uomo bianco (acquistabile a questo link) è il nuovo romanzo di Mohsin Hamid, autore che ho amato moltissimo ne Il fondamentalista riluttante che qui mette in piedi una storia di kafkiana memoria per affrontare il tema del razzismo “Tutte le persone bianche stanno diventando scure, e la tensione sociale continuerà a crescere, sfociando in risse, sparatorie, suicidi e sommosse, finché «l'ultimo uomo bianco» verrà sepolto e la bianchezza non sarà che un ricordo.”
“Hamid, in un vortice di frasi che, come i personaggi che le abitano, sembrano sorrette da un disperato bisogno di stabilità identitaria, confeziona un romanzo di commovente lucidità sulla perdita del privilegio, un'opera in cui frustrazione e violenza si trasformano nella promessa di futuro: «a volte sembrava che la città fosse una città in lutto, e il Paese un Paese in lutto, e questo si addiceva a Anders, e si addiceva a Oona, dato che collimava con i loro sentimenti, ma altre volte sembrava il contrario, che stesse nascendo qualcosa di nuovo, e abbastanza stranamente anche questo si addiceva loro».”
Per chi ama i noir è appena uscito l’ultimo libro di Clauria Pinero, Elena lo sa finalista dell’International Booker Prize 2022 che racconta delle indagini di una madre malata di Parkinson sull’omicidio della figlia.
Per chi invece preferisce i romanzi storici con al centro donne forti e ribelli: La portalettere storia della prima donna che negli anni ’30 diventa una portalettere contro i pregiudizi di paese.
A fine gennaio esce un altro romanzo attesissimo: Mi limitavo ad amare te di Rosella Postorino (l’autrice di Le assaggiatrici). Si parla già di Premio Strega per questa storia ispirata a fatti reali ambientata a Sarajevo nel 1992.
La vita bugiarda degli adulti
I romanzi di Elena Ferrante sono storie di specchi: Lila e Lenù de L’amica geniale, Leda e Nina ne La figlia oscura. Qui ci sono Giannina e Vittoria. Nipote e zia. Due facce di una medaglia diversa che non si riflette ma che, nel porsi l’una di fronte all’altra, in parte trasforma.
“La vita bugiarda degli adulti” è una storia di formazione nella Napoli degli anni Novanta: Giovanna ritrova una zia perduta, nascostagli dal padre perché ritenuta “indegna”: troppo folle, scostumata, incapace di emanciparsi dalla povertà. Giannina ricerca se stessa in quella fase della vita- l’adolescenza- in cui è facile frantumarsi. In cui si ricercano assoluti -l’amore, l’amicizia, la famiglia- che si scontrano con una realtà di chiaroscuri (Quann’ si piccirill’, ogni cosa te pare grossa. Quando si gruoss, ogni cosa te pare niente). Per Giovannina tutto diventa all’improvviso una bugia: il matrimonio dei genitori, la loro agiatezza, la politica, la vita borghese di cene in terrazza a Posillipo. L’unica verità possibile è quella che le offre Vittoria nelle sue scelte radicali e nella sua apparente follia, nella sua vita in periferia, la sua fede apparentemente pura e sincera.
“La vita bugiarda degli adulti” è il primo romanzo di Elena Ferrante dopo il successo mondiale di L’amica geniale, la serie, diretta da Edoardo De Angelis – alla sceneggiatura ha collaborato lo stesso team de L’amica geniale che comprende la stessa misteriosa autrice-, i temi cari all’autrice si rincorrono: la distanza tra centro e il Rione, la disillusione che arriva quando si attraversano i lati oscuri, lo svelamento di stereotipi sul femminile.
La serie rispecchia quasi alla perfezione il libro (tranne nel rapporto tra Giovanna e l’amica Angela che nel libro è molto più sensuale e forse nella “bruttezza” di zia Vittoria che- mentre leggevo- mai avrei immaginato con i lineamenti di una straordinaria Golino).
La Napoli degli anni Novanta accompagnata dalle musiche dei Massive Attack, Almamegretta, 99 Posse risplende in una oscurità rappresentata dall’ambiguità della zia Vittoria della sua ossessione per un braccialetto (che fa il pari con la bambola de La figlia oscura) di cui non si capisce davvero fino in fondo la reale provenienza. I misteri a metà, le bugie che sono l’altra faccia, essenziale, della verità.
Non c’è verità se non si passa attraverso la bugia. O forse non c’è bugia senza verità.
“La finzione letteraria mi pare fatta apposta per dire la verità” dice Ferrante.
Giovanna per crescere deve ripulirsi dalle bugie per trovare la sua strada. Partendo, liberandosi, in un finale ambiguo e aperto, come la possibilità di vivere senza mentire.
“perché mi hai detto una bugia?” chiede Giovanna a Vittoria
“Perché era bella”. Risponde.
Golden Globes / serie tv da recuperare
Martedì sera (il 10) verranno consegnati i Golden Globes che sono i premi della stampa estera. Dopo le polemiche dell’anno scorso (accuse di essere poco inclusivi) tornano rispolverati e in pompa magna, sono molto curiosa di vedere la cerimonia che si svolge nello storico Beverly Hilton Hotel e si differenziano dalla cerimonia degli Oscar perché i premi vengono consegnati durante una cena.
Sono diversi dagli Oscar anche perché includono le serie tv e distinguono le candidature in commedia e drama.
Delle nominations sulle serie tv ne ho parlato lungamente in questo video su instagram.
Qui vi faccio un riassunto di quello che mi ha colpito:
- Il film che ha ricevuto più candidature è Gli spiriti dell’isola, di Martin McDonagh, il regista straordinario di Tre manifesti a Ebbing Missouri nonché compagno di Phoebe Waller Bridge. È stato presentato a Venezia ed esce il 2 febbraio, è la storia di due amici (Colin Farrell e Brandan Gleeson) che si scontrano sulle scogliere frastagliate dell’isola di Inisherin, mentre sulla costa (in Irlanda) imperversa la guerra civile. Una storia intima e rurale che ci mostra come il grande cinema può essere minimale, fatto di natura e dialoghi.
Altri film che hanno ricevuto numerose candidature sono i blockbuster Avatar: le vie dell’acqua e Top Gun Maverick (non ho visto nessuno dei due, mea culpa), che fanno pari però con The Fabelmans di Steven Spielberg (bellissimo filmone giustamente strappalacrime) e quel pazzo capolavoro di Everything Everywhere All at Once che è sicuramente la sorpresa dell’anno: i registi sono i “Daniels” (Daniel Kwan e Daniel Scheinert) classe 1988 e 1987 che insieme avevano diretto l’altrettanto strano e pazzo Swiss Armny Man (con Daniel Radcliff e Paul Dano). La protagonista è una straordinaria Michelle Yeoh, insieme a Jonathan Ke Quan che in molti ricorderanno come Data, il ragazzino dei Goonies (sono passati un po’ di anni). È un film folle che celebra la meraviglia della creatività… filosofico, esistenziale… racconta la possibilità di mondi paralleli in cui saltare con un bagle, cattivoni che vogliono distruggere il mondo, scienziate geniali, truffatrici, universi in cui gli esseri umani hanno le dita a wurstel.
Nella rosa dei migliori film c’è anche Babylon la nuova pellicola di Damine Chazelle (quello di LA LA LAND lol) sugli anni ’20 di Hollywood tra crisi, irrequietezza, soldi, roaring ’20 e lati oscuri della macchina cinematografica. La critica americana non lo ha stroncato ma nemmeno idolatrato, -spero sinceramente che non abbiano ragione- esce il 19 gennaio.
Per i migliori attori – drammatici- tifo Austin Butler (Elvis- bellissimo!) e Brendan Fraser (The Whale anche questo in arrivo a febbraio).
Migliori attrici - drammatiche-: dire Cate Blanchett si può? Ho amato Tar (visto a venezia) alla follia. In arrivo anche lui il 9 febbraio.
Per tutte le altre candidature date un occhio qui.
Per le serie tv vi rimando a questo video che avevo registrato quando sono uscite le candidature.
Io incrocio le dita per Scissione (una delle cose migliori viste nel 2022), Mercoledì, House of Dragon.
White Lotus che ha ricevuto molte candidature mi ha convinta a metà, anche se ne riconosco il valore.