Cosa vorrei trovare nell'uovo di Pasqua
“La vita nella negazione è quella che si vive nell’assenza dell’amore, quando l’amore e tutte le energie che lo integravano rimangono sciolte e vagano per conto loro. Come ogni volta che si produce una disintegrazione, e si dà una repentina libertà, si tratta in realtà di una pseudolibertà, che ben presto si esaurisce”
Maria Zambrano, Frammenti d’amore
“La mia vita è la storia di un’autorealizzazione dell’inconscio”
Carl Gustav Jung
Ciao a tutte e tutti bentrovati nel nostro magico e straordinario club Flaneuse!
Questa è la mail che, una volta al mese, mando completa per tutti, iscritti free e a pagamento… per far sì che chi ha l’iscrizione free capisca cosa si perde!!! Scherzo!!!
La verità è che vorrei che questo si trasformasse sempre di più in un lavoro a tutti gli effetti e mi permettesse di concentrare più energie possibile nel nostro spazio di riflessione, studio, crescita culturale (che per me è anche “crescita personale”… non può esserci l’una senza l’altra) con tante newsletter e appuntamenti, dal vivo e online.
Intanto vi ricordo che il 28 Aprile alle 19.00 ci vedremo su ZOOM per il nostro BookClub dedicato a Jean Paul Sartre.
A questo link trovate la prima diretta che abbiamo fatto su di lui… insieme alla prof Maria Russo, con la quale ci siamo incontrate per una seconda lezione (alcune hanno partecipato in diretta altre in differita) sul senso della libertà.
Con Maria stiamo pensando ad un ciclo di lezioni sulle FILOSOFE, che però – compatibilmente con il mio parto e l’estate- attiveremo a partire da settembre.
A Maggio le attività previste sono queste (non escludo di aggiungerne altre, dipende come va il mio panzone, perdonatemi ma è un impegno che non posso rimandare…):
Il 7 MAGGIO ci sarà il prossimo appuntamento Flaneuse in giro per Milano! Non posso ancora dirvi di cosa si tratta, ma posso anticiparvi che le Flaneuse sono state scelte per lanciare un nuovo noir che sarà presto in tutte le librerie. È ambientato a Milano e passeggeremo con l’autore alla scoperta dei luoghi che ha raccontato attraverso gli occhi dei suoi personaggi.
Nella settimana che va dal 16 al 20 Maggio (la data precisa ve la comunicherò nella prossima NL) farò la mia prima MASTERCLASS su “parlare di libri sui social” che mi avete tanto richiesto.
Le modalità di iscrizioni vi verranno comunicate nelle prossime NL e nelle mie prossime stories.
Siete felici?
Come sempre se avete osservazioni, dubbi, perplessità scrivetemi a flaneuse.milano@gmail.com
PRIMA DI INIZIARE VI RICORDO LE MODALITA’ DI ABBONAMENTO E COSA COMPRENDONO:
- Iscrizione free alla newsletter: riceverete una newsletter al mese completa e potrete accedere a tutti gli incontri free su Instagram.
- Abbonamento a 5 euro al mese: newsletter complete ogni settimana con tanti consigli di lettura, visione e spunti di riflessione. Potrete partecipare alle camminate Flaneuse (che quindi per voi saranno free) e avrete agevolazioni per corsi e altri incontri/contenuti esclusivi
- Abbonamento annuale a 40 euro l’anno: newsletter settimanale completa.
- Abbonamento gold a minimo 70 euro l’anno: membri onorari del club Flaneuse. Riceverete newsletter tutte le settimane e avrete la possibilità di partecipare alle camminate, agli incontri online e a tutti corsi
Provo a rispondere alle domande che so che mi farete (ovviamente se ne avete altre rispondetemi a questa mail o scrivetemi in DM):
Per partecipare alle camminate flaneuse cosa devo fare?
Iscrivermi alla newsletter, per ora, o con l’abbonamento mensile o con abbonamento gold.
Oppure iscrivermi alla newsletter free o all’abbonamento da 40 euro aggiungendo una quota di partecipazione.
Se non sono iscritto alla newsletter flaneuse posso partecipare alla camminata flaneuse?
No, purtroppo non puoi partecipare
Se non sono iscritto alla newsletter flaneuse posso partecipare ai corsi e incontri esclusivi?
Sì, ma non avrai agevolazioni per iscriverti. Se invece fai parte del club, sì.
E ora, iniziamo!
Non sono mai stata una fanatica delle feste di Pasqua.
Per me le vacanze pasquali hanno rappresentato per lo più i primi weekend al mare o in montagna e il preludio all’estate.
Quindi umore altissimo, ma poco significato simbolico. Se non per uova di cioccolato che purtroppo quest’anno, a causa del mio pancione enorme (sono stata sia dalla ginecologa che dalla dietologa questa settimana, il bimbo sta bene ma sta crescendo con regolare dismisura…), potrò solamente assaggiare.
In questo prima mese di Newsletter abbiamo riflettuto sul senso della conoscenza di sé del trovare il nostro “daimon” , con un esercizio per capire se siamo sulla strada della nostra vocazione dell’amore che non deve essere ostacolo al daimon ma supporto, comprensione, sostegno, rispetto delle reciproche libertà.
Questa settimana la mia riflessione parte da una domanda banale: che cosa vorrei trovare nell’uovo di Pasqua?
Mi ha colpito questo articolo che ho trovato su Marie Claire “Quali sono le parole che non abbiamo mai osato dire” che racconta il progetto interattivo del fotografo filippino, ora residente a Los Angeles, Geloy Concepcion che permette alle persone di condividere frasi che non avevano mai osato pronunciare e condividendole associandole a fotografie, immagini e suggestioni in un profilo da 464mila follower.
La scorsa notte dato che non riuscivo a prendere sonno mi sono messa a leggerle.
E sono stata travolta da amori, rimpianti, rimorsi.
Tutte quelle cose che pensiamo e che non abbiamo il coraggio di rivelare e si trovano nello spazio intimo (e silenzioso e segreto) della lettura e della scrittura
Ve ne riporto alcune:
“Scusami, ho scelto i miei sogni al posto del nostro amore”
“Avevo promesso di non pensarci più, ma non l’ho fatto”
“Ho iniziato a dimenticarti e questo mi spaventa molto”
“Mi sento spesso solo anche in mezzo alle persone che amo”
“Papà, scusami se non sono venuto a trovarti gli ultimi giorni in ospedale. Sono stato egoista”
E così via in piccoli sprazzi di intimità e interiorità in cui potersi identificare e condividere.
In una bella storia, anche, di successo creativo.
«All’inizio del 2020 ero sul punto di mollare la fotografia. Mi imbattei in una delle mie cartelle con dentro quasi 500 istantanee, scarti di miei filmati. Volevo concedermi un ultimo progetto e mi sono ricordato che, l’anno prima, sul mio profilo Instagram avevo postato la domanda: quali sono le cose che volevi dire, ma non hai mai detto?».
Ha raccontato Geloy nell’intervista che nel frattempo ha iniziato anche a incontrare le persone che gli hanno risposto su Instagram per ritrarle.
«Ho imparato molto lungo il cammino. Leggere i pensieri di tante persone diverse mi ha fatto realizzare che siamo tutti connessi da queste esperienze, a prescindere da status, genere, età, religione. Tutti abbiamo qualcosa che scegliamo di non dire ad anima viva. E ora quando parlo con gli altri, penso che non posso sapere con cosa hanno a che fare quando sono soli. Facevo ritratti, ma mi sono reso conto che senza mostrare i volti delle persone potevo raggiungerle ancora più in profondità»
Tutti abbiamo dei segreti, tutti abbiamo un’interiorità profonda che purtroppo nel mondo dei social e delle immagini spesso scegliamo di non raccontare, preferendo offrire di noi immagini edulcorate, sorridenti, felici. L’inautentica versione di noi stessi a cui spesso ci affezioniamo talmente tanto da fare fatica ad affrontare la realtà, generando cortocircuiti emotivi e relazionali.
In tante in queste settimane mi avete scritto ringraziandomi per il mio post sull’ambiguità del sentimento materno. Mi avete raccontato le vostre storie come se fossero un segreto- e di questo vi ringrazio- svelandomi una realtà che, qualcuna di voi mi ha confermato, non aveva il coraggio di ammettere a se stessa: non è vero che l’istinto materno ti pervade nel momento in cui vedi il test di gravidanza positivo.
L’ “istinto materno” è un’idea, un costrutto sociale (per chiunque volesse approfondire vi consiglio questo articolo un po’ vecchiotto ma sempre funzionale) in cui la sociologa Laura Kipnis spiega come l’istinto materno sia un costrutto sociale nato attorno all’epoca della rivoluzione industriale per giustificare la nascita di bambini che non era più funzionale all’agricoltura). Non ha nulla di sacro, di magico, di “naturale”. È qualcosa che qualcuna di noi ha più spiccato, altri meno ma che, come ogni sentimento umano può essere coltivato, costruito, conosciuto e vissuto in forme e maniere diverse.
E dunque ben vengano libri come quello di Stefania Andreoli Lo faccio per me che ad un pubblico ampio dice chiaro e tondo che non c’è nulla di sacrale nell’essere madri e nulla di cui sentirsi in colpa se si vuole rimanere se stesse senza snaturarsi, annullarsi, fare “rinunce”, “sacrifici” per i propri bambini.
LA RINUNCIA NON E’ SINONIMO DI AMORE.
Ben vengano film come La figlia oscura (ne parlavo approfonditamente in tempi non sospetti qui che ci mettono in allerta rispetto a “quello che pensiamo dovremmo provare, pensare, essere”.
La maternità può essere “unnatural”, qualcosa da imparare, con cui prendere le misure.
Ambivalente, in chiaroscuro.
Per chi più e per chi meno.
Tornando al nostro uovo di Pasqua in realtà quello che mi piacerebbe che tutti trovassimo fosse la forza e il coraggio di parlare chiaro a noi stessi.
Dirci le cose come stanno, senza paura.
Trovare una forma di sincerità ognuno verso se stesso è il primo passo per non buttarci addosso aspettative irrealizzabili che generano solo frustrazione e abbagli.
Iris Murdoch, filosofa morale e scrittrice che amo molto (chi è iscritto a questa newsletter da un po’ lo sa già) partendo dalla visione esistenzialista di Sartre e Simone De Beauvoir per i quali le nostre scelte volontarie non si basano su valori morali immutabili, ma su valori che gli esseri umani definiscono e scelgono volta per volta, elaborò una teoria morale che andava oltre il concetto di libertà per libertà dei filosofi francesi.
Per Murdoch “è possibile compiere delle scelte giuste solo a patto di acquisire una maggiore presa sulle forze che influenzano la nostra versione interna” (Le regine della filosofia).
Ovvero: se impari a conoscerti talmente bene, se ti educhi ad accendere la giusta attenzione verso te stesso e l’interiorità degli altri, raggiungerai la possibilità di scorgere il “bene” (La sovranità del bene ) e, pertanto, ad comportarti automaticamente in modo adeguato.
“I punti teorici principali dell’opera sono
1. Che il bene è una realtà trascendente, e quindi una persona buona è colei che riesce a scorgere le cose per quelle che sono
2. Chi rivolge l’attenzione al bene suscita in noi l’amore
3. Che la perfezione in quest’ottica ci porterebbe a non avere più bisogno di compiere scelte, dal momento che la totale e perfetta attenzione alla realtà che ci circonda condurrebbe automaticamente a comportarci in modo adeguato”
In poche parole aprendo una connessione con la nostra interiorità nel modo più sincero possibile, il problema della “scelta” diventa un problema irrisorio perché “sapremo” come agire in maniera corretta verso noi stessi e gli altri.
La trovo una visione morale meravigliosa, anche se di difficile realizzazione, ha rappresentato per me una grande fonte di ispirazione.
Nel concepire l’amore non come “strumento di appagamento”, ma via di conoscenza di sé e degli altri.
Ma come si fa? Come si trova la nostra interiorità?
Io non lo so con certezza, sono una giornalista che sta studiando counseling filosofico, non un guru del giusto vivere, posso dirvi però come sto provando a farlo io a volte riuscendo di più a volte di meno.
Sto provando a disimparare.
E reimparare.
Disimparare le cose avevo dato per acquisite, mettendole in dubbio, ridandogli definizioni e forme.
Imparando a non dare nulla per assodato, fisso, immobile.
Provando a conoscere me stessa abbastanza bene da non dover aver richiedere conferme dall’esterno e potendo aprirmi verso l’ascolto dell’altro e alla sua conoscenza.
Che non è proiezione di quello che sono (se ci pensate: quante volte proiettiamo noi stessi nella persona che amiamo? Che siano i nostri compagni/e, i nostri bambini,…)
Ma è ciò che ci salva dal narcisismo come dice Byung Chul Han in Eros in agonia.
“Alla crisi dell’amore non conduce soltanto l’eccessiva offerta di altri Altri, bensì l’erosione dell’Altro che ha luogo attualmente in ogni ambito della vita e si accompagna alla crescente trasformazione narcisistica”.
Quindi in fin dei conti il regalo più bello che potremmo trovare in questo uovo di Pasqua è la sincerità verso noi stessi.
Pasqua significa rinascita.
Pasqua è trasformazione.
Sbocciare.
Primavera.
Facciamo partire la rivoluzione da noi.
ESERCIZI PRATICI
Voglio regalarvi un esercizio pratico che ho imparato al master e che mi sta molto aiutando nel processo di ridefinizione dei concetti che ho in testa e che è la meditazione filosofica.
La MF è pertanto uno strumento di formazione personale che ci accompagna sempre, costituisce una formazione continua.
La MF interviene in questo processo di conoscenza rendendo più ricca e completa la visione del mondo (nostra e del consultante)
- attraverso l’indagine del significato profondo dei concetti, abitandoli, abituando all’ascolto interiore
- sviluppando ed allenando l’attenzione fluttuante verso se stesso, verso l’altro e verso il mondo circostante, la capacità di oscillare dentro e fuori di se stessi e dentro e fuori del cliente.
Il conosci te stesso, l’autentica familiarità con se stessi non è un punto di arrivo, ma un percorso, è un dialogo, una relazione quindi non è statico, è un continuo divenire, attraverso uno sguardo che è sì mentale, ma anche corporeo e spirituale in egual misura e di pari importanza.
Provate a sedervi comodi dove vi pare, in silenzio, nella natura meglio. Inspirate, espirate e liberate il pensiero. Una volta che sono passati 10 minuti riaprite gli occhi, richiudeteli e ripetete nella testa un concetto che vi ronza in testa, vi agita, perplime (l’amore, la vocazione, chi sono io, il lavoro, la scelta, la libertà) e lasciatevi andare.
Osservate le immagini che si formano, le suggestioni che ne derivano, provate a scardinare quel concetto da voi stessi rendendolo nudo. Lasciatevi andare alle emozioni.
Scoprirete cose che non vi aspettate. Provate e se volete fatemi sapere.
NELLA NEWSLETTER DELLA PROSSIMA SETTIMANA a grande richiesta vi manderò un elenco dei libri che tra filosofia, psicologia e narrativa aiutano secondo me a ricercare la propria vocazione.
È una cosa che mi chiedete da tempo.
LIBRI SUL COMODINO
Linea nigra comincia con la scoperta di una gravidanza e finisce con una madre che allatta suo figlio. Tra questi due estremi si snoda quel viaggio enigmatico, impervio e incredibile che è l’inizio della vita e che l’autrice ci fa percorrere attraverso il suo corpo, gli affetti e la letteratura.Grazie al suo spirito da collezionista, Jazmina Barrera richiama la lezione di alcune grandi scrittrici e artiste del passato: da Tina Modotti a Mary Shelley passando per Frida Kahlo, Ursula K. Le Guin, Virginia Woolf, Natalia Ginzburg e Margaret Atwood. Tutte queste voci, guidate e tenute insieme con grande perizia dall’autrice, riescono in un’impresa affascinante: fare della maternità un romanzo e donare a noi lettrici e lettori del XXI secolo un prezioso testo che guarda al futuro aiutandoci a decifrare un presente complesso.
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Maria Zambrano, Frammenti sull’amore
"Una delle indigenze dei nostri giorni è quella che si riferisce all'amore. Non è che non esista, ma la sua esistenza non trova posto, accoglienza nella mente, nonostante sia nell'anima del soggetto. Nell'illimitato spazio che in apparenza la mente oggi a ogni realtà, l'amore si imbatte in barriere infinite".
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L'uomo sulla terrazza è antico quasi come la città che sta guardando. Il suo gatto Zibetto, più nero di tutti i gatti neri, come lui conosce troppe storie. L'uomo è il conte Dracula. Ama la scienza, la fragilità degli esseri umani, e una donna dal viso sempre uguale. Nel 1897 la storia d'amore con Mina Harker non è finita: per chi non è più legato allo scorrere del tempo, nulla può mai finire. Oggi lui sta a Roma, che è una città eterna, e lei vive a Venezia, che è una città immortale. L'eternità e l'immortalità sono due cose diverse, Dracula l'ha capito e Mina no. Sarà pur vero che l'odio è anche amore, ma dove l'amore cerca passione l'odio chiede vendetta. Giacomo Koch è il nome del conte Dracula quando questa storia comincia. Mina Harker, la donna a causa della quale stava per essere ucciso, è sfuggita alla morte, ora si chiama Mina Monroy ed è lei stessa un vampiro. Il loro gatto Zibetto può arrampicarsi anche per dieci piani e porta alle zampe anteriori due vistosi anelli d'oro, per l'esattezza due fedi nuziali. Questa storia, ambientata oggi tra Roma e Venezia, attraversa i secoli e affonda le sue radici alla fine dell'Ottocento, quando il conte Dracula lascia la Transilvania per trasferirsi in Occidente.
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COSE DA VEDERE NEL WEEKEND DI PASQUA
Potete ascoltare il mio podcast Flaneuse a questo link.
Iniziamo con Tra due mondi, la pellicola firmata dallo scrittore Emmanuel Carrere- qui alla sua terza regia con Juliette Binoche come protagonista.
È stata proprio lei, la signora del cinema francese a volere la trasposizione al cinema del reportage di Florence Aubenas, uscito 10 anni fa in cui la giornalista si era mimetizzata nella vita difficile e faticosa delle donne delle pulizie che lavorano sui traghetti che dalla Francia attraversano la Manica. La stessa Binoche per entrare in sintonia con il personaggio di Marianne si è calata nella vita di queste donne che si muovono all’ombra e nella notte per pochi euro.
Florence Aubernas non avrebbe voluto la sua storia al cinema, ha accettato solo mettendo come vincolo che a dirigere la pellicola fosse il suo amico Carrere, lo scrittore che nei suoi romanzi ha fatto del racconto di sé e degli altri la sua cifra narrativa. “scrivere degli altri può esserre un problema, perché non hai in diritto di infliggere loro la stessa sincerità che puoi autoinfliggerti»- ha detto recentemente in un’intervista.
Carrere ha offerto un dubbio e un punto di vista che palpitano fortement nel film.
Che da una parte offre lo spaccato sociale duro e profondo che ricorda molto la realtà raccontata anche dalla serie tv Netflix Maid.
Ma se lì il libro da cui è tratta è un memoir autobiografico di Stephanie Land, in questo caso la domanda sull’appropriazione indebita di una realtà degli altri rimane sospesa.
“Ognuno deve rimanere nel suo mondo” è una delle frasi di chiusura del film, pronunciata da una donna che si è sentita tradita dalle bugie di Marianne.
È giusto raccontare le vite che non sono la tua? Carrere se lo chiede dall’inizio della sua carriera facendolo comunque, alternando la sua storia alle storie degli altri, non riuscendo ad arrivare ad una risposta.
Che forse non c’è.
Nelle sale arriva anche Sundown, pellicola di Michel Franco con Tim Roth e Charlotte Gainsbourg, di sicuro uno dei film più strani e particolari che abbia visto all’ultima mostra del cinema di Venezia.
Raccontare la trama non è semplice, anche perché, a mio parere, la forza del film sta nello svelamento: capire quali sono le relazioni tra i personaggi, cercare di andare a fondo a scelte che paiono avventate.
Posso dire che la storia si apre con una famiglia molto benestante in vacanza ad Acapulco: sono marito e moglie con i figli? O forse fratello e sorella? L’armonia della vacanza si interrompe quando arriva una brutta notizia per la quale i protagonisti si trovano costretti a tornare a casa in Inghilterra ma Neil (Tim Roth) arrivato in aeroporto finge di aver lasciato a casa il passaporto.
Questo gesto si trasforma in una forma di ribellione: Neil tornerà a casa? Perché decide di andare ad alloggiare in uno degli hotel più malfamati e pericolosi della città? Le sue scelte apparentemente senza logica forse nascondono un malessere interiore, legato alla propria famiglia ma anche alla propria realizzazione personale.
Gli eventi stupiscono e stravolgono in una pellicola che vi sembrerà assurda fino al finale, dove il non senso forse acquisisce una ragionevolezza. Lasciando lo spettatore spiazzato ed esistenzialmente scosso.
Tra i film che non ho ancora visto ma recupererò nel weekend c’è sicuramente Alì e Ava, una storia d’amore e musica ambientata a Bradford, città industriale dello Yorkshire in Inghilterra. Lei assistente scolastica irlandese vedova e madre di QUATTRO figli adolescenti, lui ex dj di origini bengalesi con alle spalle un matrimonio doloroso. Una storia d’amore che è un incontro tra due alterità che si riconoscono nella dolcezza e tenerezza dell’innamoramento che rende tutti uguali andando oltre le classi sociali di appartenenza, le proprie origini, la propria storia.
Per chi preferisce rimanere sul divano ecco le uscite in streaming più interessanti della settimana:
LE FATE IGNORANTI
Su Disneyplus è approdata l’attesa versione seriale di Le fate ignoranti il film cult del 2001 che ha reso il regista di origini turche Ferzan Ozpetek tra gli autori più amati e apprezzati in Italia.
Come nel film, la serie tv gira attorno al menage a trois composto da Antonia (nel film Margherita buy ora cristiana capotondi), donna annoiata e borghese che è sposata con Massimo- nella serie Luca Argentero.
Massimo muore all’improvviso, Antonia distrutta dal dolore scopre, attraverso un quadro misterioso, il segreto del marito: la sua relazione con il giovane Michele, artista eclettico e stralunato circondato da personaggi stralunati che si ritrovano sulla sua terrazza romana.
Nella serie l’approccio rispetto al film amplia i punti di vista, dà voce e respiro al passato- si scopre per esempio come è nato il rapporto tra Massimo e Michele- e ai suoi personaggi secondari.
A vestire i panni di Michele, l’astro nascente, e ormai confermato di Eduardo Scarpetta, candidato ai David di donatello per l’interpretazione di Vincenzo Scarpetta- suo nonno- nel film di Mario Martone – che potete vedere su sky- Qui rido io in cui Tony Servillo veste i panni del commediografo napoletano padre di Eduardo De Filippo.
Classe 1993, Eduardo Scarpetta, che porta lo stesso illustre nome del suo trisavolo che trasformò il teatro napoletano, si è fatto notare nella fiction di Raiuno Carosello Carosone, dove interpretava magistralmente il cantautore e in L’amica geniale, in cui è Pasquale Peluso, l’amico comunista che viene dal rione di Lenù.
Un attore da tenere d’occhio e di cui sentiremo e sentirete sempre più parlare.
Se siete amanti della natura e dell’ambiente non perdete su netflix I parchi nazionali più belli del mondo, prodotta e narrata dall’ex presidente degli Stati Uniti d’America Barack Obama: dal Madagascar all’Indonesia, passano per Yellowstone, l’Australia e il Giappone: un viaggio tra immagini e sensazioni straordinarie.
RASSEGNA STAMPA
E' uscito il programma completo del Festival di Cannes! Lo potete trovare qui
PODCAST DEL NEW YORK TIMES: un filosofo ucraino, Yermolenko, riflette su come Putin abbia ridefinito l'identità ucraina. Lo trovate a questo link
"Nel 2007 un gruppo di ricercatori si mise a indagare un concetto che, a prima vista, non sembra necessario approfondire: se più felicità sia sempre meglio che meno felicità. I ricercatori chiesero ad alcuni studenti universitari di valutare i propri sentimenti su una scala che andava da “infelice” a “molto felice” e confrontarono i risultati con l’andamento della loro carriera accademica (media dei voti, lezioni saltate) e con le interazioni sociali (numero di amici intimi, tempo trascorso con gli amici). I partecipanti che si ritenevano “molto felici” avevano una vita sociale migliore, ma i risultati scolastici erano inferiori a quelli di chi si era definito semplicemente “felice”.
Perché non possiamo fare a meno della tristezza.
Articolo completo a questo link
Anche per questa settimana è tutto!
A presto,
Marta