E come E' arrivata l'estate
“ Stanotte ho saputo che c’eri: una goccia di vita scappata dal nulla. Me ne stavo con gli occhi spalancati nel buio e d’un tratto, in quel buio, s’è acceso un lampo di certezza: sì, c’eri. Esistevi. È stato come sentirsi colpire in petto da una fucilata. Mi si è fermato il cuore”
Oriana Fallaci “Lettera a un bambino mai nato”
Care e cari,
eccomi di nuovo qui con la versione light/estate/puerperio della nostra Newsletter Flaneuse.
Per tutta l’estate cercherò di inviarvi la mail ogni settimana con aggiornamenti su letture, spunti di visione, idee, articoli.
Come sa chi mi segue sui social con Baby O appena nato è diventato tutto un po’ più complicato, ma stiamo rodando.
Grazie per la pazienza che state dimostrando.
Presto torneremo con tutte le mirabolanti attività delle flaneuse!
Intanto se volete scrivetemi, aggiornatemi, fatemi sapere come state/cosa vedete/leggete e vorreste condividere.
Tutto intorno è scoppiata l’estate torrida che esplode nella Milano svuotata e afosa.
I miei sogni di un giugno clemente e fresco per passeggiare in serenità con la carrozzina e il mio bambino si sono trasformati in una vaga e vana illusione.
Fa troppo caldo e Orlando, buttato nella navicella a passeggiare sul naviglio, l’80% delle volte che usciamo da soli urla come un pazzo.
E quindi corriamo a casa, alla ricerca di refrigerio e aria condizionata.
La vita da puerpera procede tra alti, bassi, notti insonni, fatica, senso di inadeguatezza, momenti di entusiasmo, altri di esasperazione.
Orlando il 6 Luglio compie un mese e mi sembra un traguardo incredibile.
Si è appena addormentato in questo sabato pomeriggio caldo e accaldato e- cosa che si impara in fretta quando si diventa neo madri- non ho idea di quando ricomincerà ad urlare.
Dovrebbe dormire almeno due ore, ma di doman non v’è certezza… quindi perdonatemi se usufruirò di elenchi di nick hornbiana memoria (vi ricodate se siete vecchi millenial come me… Alta fedeltà originale? Bellissima anche la versione con Zoe Kravitz serie tv.. ma io rimango affezionata al classico).
La prima cosa che ti insegnano i bambini è sbrigarti.
Vuoi scrivere la newsletter? Non cincischiare, non riposarti, non leggere, non perdere tempo… buttati sul computer e scrivi!!!
ALTRE COSE CHE HO IMPARATO CON UN MESE DI ORLANDO
Sono diventata campionessa mondiale di dondolamento. L’unico modo per far addormentare Orlando è oscillare applicandogli movimenti energici sotto al sederino in un moto continuo che va dalla mezz’ora alle due ore.
Ho cercato di rendere l’operazione utile anche per permettermi di perdere gli nX chili che ho ancora addosso dalla gravidanza (cosa che nessuno dice sui social forse perché sono ingrassata solo io: la gravidanza ingrassa e ci vuole tempo a perdere i chili), provando a muovere il bacino- non troppo perchè vi ricordo che appena partorito scompaiono gli addominali e con il taglio del cesareo fa malissimo. Tra le musiche che Orlando gradisce di più per ballonzolare qua e là per la casa: Ornella Vanoni, Franco Battiato, Mumford and Sons e –nei momenti di particolare crisi- la musica dance anni ’90. Ama molto Corona e gli Eiffel 65 (come la mamma).
Ho sviluppato anche una pratica semi-agonistica nel dondolamento della carrozzina. Orlando si addormenta SOLO in movimento. Stiamo valutando se far applicare delle ruote al lettino. O vivere in un camper.
SIAMO TUTTE IMBRANATE, INADEGUATE, SPAVENTATE: sono iscritta (nonostante non interagisca mai) al gruppo whatsapp del corso preparto del mio ospedale. Ogni giorno mi arrivano dai 70 ai 130 messaggi (siamo circa una ventina) di neomadri che non riescono a raccapezzarsi su allattamento, latte materno, allattamento al seno, artificiale, colichette, bambini urlanti, sensi di colpa (sarò comunque una buona madre se gli ficco in bocca un biberon e non mi tiro il latte ogni due ore come da manuale?). Ci stavo cascando anche io- che non pensavo ci sarei cascata mai- in questo gioco di senso di inadeguatezza e paura. Quando mi hanno detto “suo figlio non è cresciuto abbastanza deve dargli l’aggiunta di artificiale!”, dopo giorni di dolori atroci, paracappezzoli, creme, urla e strepiti.
Ci ho messo circa un paio di settimane ad entrare in una dimensione psicologica di accettazione di quel che sarà: io faccio del mio meglio, nei limiti che il mio modo di essere può accogliere. “Meglio una mamma serena che una perfetta mucca stressata” è il mio motto. Non ci tengo a fare la gara sui grammi di latte che il mio seno produce. Voglio che il mio bimbo stia bene, sia sereno e stia serena anche io. So di non essere arrivata a nessun punto di arrivo (ogni giorno è una lotta… e poi ci sarà lo svezzamento, lo spannolinamneto etc etc), ma almeno è un punto di partenza per la mia sanità mentale che garantisce calma e tranquillità anche alla sua.
Quando ci si sente affogare una cosa che mi rassicura è pensare che OGNUNA PUO’ ESSERE MAMMA A MODO SUO. Non esiste un modo migliore o peggiore. Il rapporto madre- figlio va a fasi e l’importante è sopravvivere nel mezzo facendo il meglio che si può. Il libro che ha avuto molto successo di Stefania Andreoli “Lo faccio per me” lo spiega molto bene.. siamo cresciuti nel mito del “sacrificio materno”. Bene. Non è detto. Non è detto che sia necessario sacrificare la propria vita per i bimbi. Certo. I bimbi la vita te la stravolgono, ma ci possono essere dei compromessi. Ognuno ha il suo. Io sto cercando di far risuonare le mie. Non è facile perchè NON CI CONOSCIAMO IN QUANTO MADRI. È una riscoperta di se stesse tale da mettere tutto in dubbio.
Avrò voglia di lavorare? Quando? Vorrò allattare per un giorno, un mese, due anni? Mi piacerà talmente tanto stare col mio bambino da voler stravolgere la mia vita e le mie abitudini? Mi riscoprirò molto più puerpera di quello che avrei mai immaginato? O, al contrario, se non continuo a fare le cose in cui mi riconosco - lavorare, scrivere etc etc- potrei andare fuori di matto?
Non esiste una regola per tutte, ognuna è fatta a modo suo. La cosa importante è imparare ad ascoltarsi, non voler strafare, trovare una via di mezzo.
Dato che uno dei miei approcci alla vita è STUDIARE STUDIARE STUDIARE mi sto domandando cosa diamine sia l’istinto materno. Esiste? Non esiste? Come e quando si sviluppa? Ho trovato questo articolo molto interessante di D DI REPUBBLICA di qualche mese fa.
In questo legame gioca un ruolo importante l'ossitocina, che non serve solo a preparare i corpi delle donne al parto e a sviluppare il legame tra mamma e neonato. Ricorda Palanza: "Tutto il meccanismo alla base delle relazioni sociali, dal legame di coppia all'amicizia, potrebbe essere un'estensione dell'attaccamento materno che si trasforma in un legame sociale".
L’istinto materno non è solo un fatto naturale (come immaginavo) ma anche sociale. E si consolida nel tempo, attraverso il rapporto tra mamma e bambino.
Quindi se non vi sentite colpite dalla chiamata santa alla maternità non sentitevi sbagliate… è assolutamente normale. I neurotrasmettitori e gli ormoni della maternità si sviluppano insieme al rafforzarsi del rapporto mamma/bambino.
Ovviamente poi dipende da ogni persona. Io non sono mai stata una dreaming mum (non vedo l’ora di avere il mio piccolo tra le braccia etc etc) ma ho sempre saputo che prima o poi sarebbe successo.
Ora vedo che giorno dopo giorno il mio amore per Orlando si consolida e cresce.
"Ci sono pochi dubbi sul fatto che il rapporto con un figlio sia determinato anche dalla cultura e alla società. La scienza ha cominciato ad affrontare il tema solo di recente, cominciando a fare chiarezza in un intreccio complesso che non riguarda solo la maternità biologica, ma il concetto stesso di relazione", scrive Paola Emila Cicerone nella lunga inchiesta dedicata ad uno dei temi più complessi da affrontare, quello della "buona madre" e del mitico istinto materno.
Se vi interessa l’argomento e non avete paura ad affrontare letture “eretiche” consiglio sempre di leggere L’amore in più di Elizabeth Badinter che è stata la prima filosofa e femminista a mettere in dubbio la questione dell’istinto materno (in realtà anche Simone De Bauvoir ne aveva parlato a lungo ne Il secondo sesso ma la Badinter decide di decostruire l’idea di “istinto”).
Noto con dispiacere che non si trova più… vi consiglierei di dare un occhio nei mercatini. Interessante anche questo articolo di Jennifer Guerra che richiama questa riflessione della sociologa americana Laura Kipnis. Leggendo questi due articoli mi sento di dire che è vero l’istinto materno può non esistere per come viene “narrato” (amore incondizionato e imprpvviso per un ideale bambino) ma l’amore è amore e quello che puoi provare per tuo figlio - nella conoscenza, con alti e bassi, nella sua ambivalenza- non ha equivalente con nessuna altra forma di amore condizionato che si può provare.
CONSIGLI DI LETTURA
La sentenza sull’aborto negli Usa ha lasciato il mondo a bocca spalancata.
Siamo inorridite e spaventate da questo passo indietro in tema di diritti nel mondo occidentale.
Non credevo fosse necessario ribadirlo, ma invece a quanto pare lo è: la libertà è un diritto fondamentale che deve essere garantito dagli stai laici.
Tra le letture che consiglio per ricordarcelo:
Ottobre 1963: una studentessa ventitreenne è costretta a percorrere vie clandestine per poter interrompere una gravidanza. In Francia l’aborto è ancora illegale – la parola stessa è considerata impronunciabile, non ha un suo «posto nel linguaggio». "L’evento" restituisce i giorni e le tappe di un’«esperienza umana totale»: le spaesate ricerche di soluzioni e la disperata apatia, le ambiguità dei medici e la sistematica fascinazione dei maschi, la vicinanza di qualche compagna di corso e l’incontro con la mammana, sino al senso di fierezza per aver saputo attraversare un’abbacinante compresenza di vita e morte. Calandosi «in ogni immagine, fino ad avere la sensazione fisica di “raggiungerla”», Ernaux interroga la memoria come strumento di conoscenza del reale. Dalla cronistoria di un avvenimento individualmente e politicamente trasformativo sorge una voce esattissima, irrefutabile, che apre uno spazio letterario di testimonianza per generazioni di donne escluse dalla Storia.
Dal libro è stato tratto il bel film che ha vinto la Mostra del Cinema di Venezia dell’anno scorso e che vi consiglio di recuperare (lo trovate su Chili).
Questa settimana è stato anche il compleanno di Oriana Fallaci.
A questo link trovi il reel che ho realizzato per ricordarla.
«Non sono io la donna del libro, tutt’al più le assomiglio, come può assomigliarle qualsiasi donna del nostro tempo che vive sola, che lavora e che pensa.»
Nel 1975 pubblicava Lettera a un bambino mai nato, libro doloroso che affronta i temi dell’aborto e della maternità responsabile.
Scritto da lei che nella vita ha vissuto più di un aborto
«Tu sei libero come non lo sarai mai più in questo mondo immenso e spietato. Non devi chiedere permesso a nessuno lì dentro. Perché non hai accanto nessuno ed ignori che cosa sia la schiavitù. Qui fuori, invece, avrai mille padroni. E il primo padrone sarò io che senza volerlo, magari senza saperlo, ti imporrò cose che sono giuste per me e non per te.»
« A chi non teme il dubbio, a chi si chiede i perché senza stancarsi e a costo di soffrire e di morire. A chi si pone il dilemma di dare la vita o negarla, questo libro è dedicato da una donna per tutte le donne.» – Oriana Fallaci.
Se volete conoscere meglio Oriana Fallaci vi consiglio la biografia di Cristina De Stefano “Oriana- Una donna”.
ECCO UN PO’ DI LIBRI CHE STO LEGGENDO/HO LETTO IN QUESTE SETTIMANE PERFETTI DA PORTARE IN VACANZA
Volevo essere Madame Bovary di Anilda Ibrahimi
Hera è una donna indipendente ed emancipata che è fuggita dal suo paese d’origine – l’Albania- per autodeterminare se stessa. Ma ora torna lì dove tutto è iniziato per mettersi in dubbio, come le eroine dei romanzi che amava da ragazza (Emma Bovary), per viaggiare dentro se stessa, fare i conti con le donne che l’hanno preceduta, per capire cosa sia, davvero per lei la libertà. Se quell’emancipazione che sente di aver raggiunto è vera o solo un’illusione. Per rinascere di nuovo, intera e pacificata col passato.
L’equilibrio delle lucciole- Valeria Tron
Come una pennellata veloce, ognuno di noi entra nelle trame di tempo e spazio, ed è sempre una prima tela. Così come lo è questa casa: sarà sempre una prima volta.
Un’altra storia in cui la ripartenza prevede un ritorno, quello di Adelaide nel paese in cui è nata in Val Germanasca (Piemonte), tra case di pietra, una lingua antica e usanze contadine, nel momento in cui la sua vita si sgretola (si ritrova da sola dopo una lunga relazione).
Ad aspettarla c’è l’anziana Nanà, custode della casa che nel raccontarle la sua vita, svelando i suoi misteri, farà luce anche sul cuore della stessa Adelaide.
Una scrittura limpida e intima, per una storia semplice in cui il mistero più grande da svelare è l’amore.
CON L’AUTRICE CI VEDIAMO LUNEDì 4 LUGLIO ALLE 18 IN DIRETTA SU INSTAGRAM!
Saffo, la ragazza di Lesbo - Silvia Romani
Migliaia d'anni di naufragi e salvataggi, di letture e di riscritture, e ora Saffo è lì, a un tocco di mano, dove sbattono le vele delle navi, si gonfiano i tessuti leggeri che indossano le sue compagne, e profumano i giardini. Silvia Romani ha scritto un «viaggio sottopelle» verso la prima e la più grande poetessa della letteratura occidentale e ciò che di lei non muore. Un ritratto che forse alla ragazza di Lesbo sarebbe piaciuto: credeva che non ci fosse niente di più bello di «ciò che si ama», nemmeno le parate di navi, eserciti e cavalieri. Lei che amava la luna più del sole, le rose più di qualsiasi altro fiore e Afrodite sopra ogni cosa. Saffo è stata una ragazza di Lesbo, una figlia e una madre. Ha diretto cori di giovani coetanee, ha insegnato loro a cantare e a danzare. Forse ha persino sussurrato al riparo delle stanze chiuse i segreti del piacere femminile. Ha educato alla bellezza le signorine bene nella Lesbo della fine del VII secolo a.C. È stata omosessuale, bisessuale, persino un'icona LGBT. Poi ha dichiarato di non voler più vivere, e si è tuffata dalla rupe bianca di Leucade, innamorata perdutamente di un uomo, il barcaiolo Faone. Ha insegnato a generazioni di giovani scrittrici il coraggio di far sentire la propria voce. La sua leggenda, nata quando era ancora in vita, si è nutrita delle ombre e dei vuoti che circondano i frammenti arrivati sino a noi e alimentato una inesauribile fioritura di interpretazioni letterarie e artistiche. In questo volume Silvia Romani accompagna il lettore nelle vie di Lesbo, nei giorni in cui una ragazza di buona famiglia scopre una vocazione e uno straordinario destino. "Saffo, la ragazza di Lesbo" è un suggestivo, coinvolgente omaggio all'incanto dei suoi versi, fatti di lune metafisiche, notti profumate di rose, nostalgia per la giovinezza che fugge; e alla fascinazione che non smette di esercitare sugli autori e gli artisti d'ogni tempo e paese.
Direi che un po’ di cose siamo riuscite a raccontarcele.
Vi auguro una buona estate!
Alla prossima settimana,
Marta