Escapismo e mal d'estate
In questa newsletter parliamo di desiderio di fuga (dopo le notizie politiche di questa settimana immagino che in molti idi voi ci abbiano pensato), di tentativi di ricerca di sé, di Jane Eyre -che è un grande affresco sull’arte di fuggire-, di mamme stanche che nel loro “stare” imparano ad amare.
“Mentre lei se ne andava, si sposava e aveva dei figli, la sua terra rimaneva un luogo fermo nel tempo e della memoria”
Anilda Ibrahimi “Volevo essere Madame Bovary”
“Non appena miseria e dolore concedono all’uomo una tregua, la noia è subito vicino tanto che quegli per necessità ha bisogno di un passatempo” Arthur Schopenhauer
La nostra vita è un pendolo che oscilla tra la capacità di stare e il desiderio di andare.
Parafraso Schopenhauer per introdurre queste newsletter in cui voglio riflettere su una sensazione che puntualmente mi pervade ogni volta che torna la stagione estiva.
Un periodo di stop, di quiete, di mare e relax che può anche significare però -almeno nel mio caso- aprire la voragine del pensiero: chi sono, dove vado, perché sono qui, a che punto ero l’anno scorso, dove sono arrivata quest’anno.
Una serie di domande che arrivano a scroscio soprattutto nel caldo torrido di queste settimane dove nessun condizionatore può mitigare il desiderio di andarsene, scappare, lasciare la città, non tornare più.
E se fino all’anno scorso imputavo questa sensazione ad un mio non “cambiare più di tanto le cose dall’adolescenza a questa parte”- dicevo così anche se non era vero perché di cose ne ho fatte anche se ancora non avevo bambini, compagni, convivenze- quest’anno la motivazione non regge.
In questo 2022 in cui tutto è cambiato (sono diventata mamma, convivente, cambio casa etc etc tutto in un colpo solo) la sensazione di stordimento si fa sentire ancora più forte, soprattutto nei momenti (rari) in cui baby O dorme e mi lascia sola con i miei pensieri.
Chiamiamola malinconia, sturm und drang, alcuni psicologi l’hanno definito “mal d’estate”.
Un articolo di Forbes della scorsa settimana parla addirittura di SAD Summer Sadness, una specifica depressione che fa capolino nei mesi estivi.
Seasonal depression, also known as seasonal affective disorder (SAD), is a type of major depression that reoccurs on a seasonal basis. “It’s a depression that comes at certain times regularly,” says Norman Rosenthal, M.D., a psychiatrist and clinical professor of psychology at Georgetown University.
Seasonal depression is triggered when the seasons begin to change. Most often, it begins in late fall and early winter, as the days get shorter, and then improves in spring, as daylight lasts longer. This is called winter-pattern SAD, or winter depression. In other cases, however, seasonal depression can start in the late spring or early summer, called summer-pattern SAD, or summer depression.
While both winter and summer SAD are driven by changes in the seasons, Dr. Rosenthal explains that summertime seasonal depression manifests as a separate set of issues from wintertime SAD. Whereas those experiencing seasonal depression in the winter tend to feel “sluggish” and “lackadaisical,” Dr. Rosenthal describes those with summer SAD as “agitated” and “not slowed down physically.”
Additionally, those dealing with summer SAD may experience:
· Restlessness
· Anxiety
· Decreased appetite
· Weight loss
· Difficulty sleeping
· Violent behavior
Senza spingerci nel patologico possiamo fermarci a quella sensazione di “bilancio”.
Di fare il punto con la propria esistenza, che porta – spesso a voler fuggire da se.
E quel desiderio che, d’estate ancor più, pulsa di “scappare”.
Per carità è corretto e lecito dopo mesi di impegni, lavoro, ansia, stress, scadenze desiderare una vacanza, ma se questa “vacanza” diventa il campanello d’allarme che ci fa capire che la vita che abbiamo non ci piace/soddisfa/è fonte di angoscia forse può avere senso fermarsi un attimo e rifletterci sopra.
Andarsene, lasciare i problemi, fuggire.
I latini parlavano di “commutatio loci”, gli psicologi contemporanei di “escapismo”
ESCAPISMO= “una tendenza ad evadere da problemi o situazioni sgradevoli, rifugiandosi nell’immaginazione, nel disimpegno, nel divertimento e/o qualsiasi comportamento improntato a tale tendenza” (Garzanti, 1987)
Ma anche se evadi, scappi, desideri fuggire, se non risolvi i problemi che hai dentro di te, semplicemente ti troverai in un altro posto con gli stessi problemi.
E su questo non posso che citarvi il sempiterno Seneca:
Perciò si intraprendono errabonde peregrinazioni e si corrono senza meta lidi remoti, ed ora per mare, ora per terra fa sue prove l’incostanza, ostile sempre al presente. “Ora andiamo in Campania” Ed ecco che annoiano le dolci mollezze: “Andiamo a visitare terre desolate: andiamo alle balza di Calabria e di Lucania!” Ma in mezzo ai luoghi deserti si cerca qualcosa di piacevole, nei quali poter confortare dal lungo squallore di orridi paesi gli occhi avidi di lusso: “andiamo al famoso porto di Taranto, al soggiorno invernale di più mite clima e alla terra ricca abbastanza anche per contenere l’antica folla”. “E’ tempo ora di volgere il cammino a Roma: da troppo tempo le orecchie non odono il fragore di plauso, giova ormai godere anche del sangue umano.” Dopo un viaggio se ne intraprende un altro e si muta spettacolo con spettacolo. Come dice Lucrezio “così ciascuno sempre fugge se stesso.” Ma che giova, se non sfugge? Segue se stesso e sta alle proprie calcagna, compagno insopportabile”. (De tranq. an. II, 13-14)
Il desiderio di fuga è uno dei grandi motori della letteratura.
Se ci pensate Jane Eyre, la nostra challenge dell’estate, è un romanzo sull’escapismo.
Jane fugge, si muove, cambia luoghi e destinazioni (prima la casa dei signori Reed che accolgono questa orfanella senza bellezza né grazia senza alcun desiderio né gioia, poi il collegio di Lowood, poi il castello Rochester, poi ancora la casa agreste del prete di campagna che la accoglie dopo che la fugge da Rochester, infine di nuovo la casa di Rochester), ma quella che cerca veramente- ed è lì che sta la grandezza e la contemporaneità del romanzo- è se stessa.
Jane impara veramente a “stare” nel momento in cui non sente più la necessità di fuggire.
E questo avviene nel momento in cui lei- che è un’outsider, una diversa, non è bella come la piccola Georgiana, non è una perfetta scolara come le sue compagne del freddo collegio di Lowood, non è una quieta istitutrice che si accomoda, ma è intelligente, scaltra, arguta… riesce ad essere se stessa in ogni situazione- trova se stessa.
Il finale di Jane Eyre (che non spoilero se ancora non lo avete finito) è una delle cose più belle che siano mai state scritte sull’amore non romantico ma vero: si ama davvero quando s trova il proprio posto.
L’anno scorso in un mio libro che si chiama M come Milano (che parla di Milano, ma anche di vita, di crescita, di trovare fiducia e il senso della propria vocazione) scrivevo:
Il filosofo Martin Heidegger in un’opera che si chiama Costruire, abitare, pensare dice una cosa che mi ha portata a lungo a
riflettere.
“Solo se abbiamo la capacità di abitare, possiamo costruire”.
È un rovesciamento del pensiero che, se ci pensate, è fondante e fondamentale. Di solito
pensiamo che si debba sempre prima costruire… una casa, un luogo, per poi abitarci. Invece se
spostiamo il pensiero e riflettiamo sul concetto di “abitare”, allora solo imparando a farlo,
potremo costruire.
Io ho dovuto imparare ad abitare per trovare la mia costruzione a Milano. Ho dovuto imparare a
stare.
Amare la mia casa.
Prendere confidenza con gli spazi.
Prendere confidenza con me stessa negli spazi.
Agire in un luogo in maniera coerente con quello che desidero davvero.
Adottare un cagnolino.
Ora mi sento pronta a costruire in questo luogo che è proiezione del mio luogo interiore.
Le città esistono perché sono i luoghi del nostro agire. Pensiamo a cosa ci lega a questa a città, al perché ci sentiamo “milanesi”. Scaviamo a fondo. Ripartiamo dalle macerie. Dai silenzi della
pandemia. Da quello che resta.
Da lì si può ricostruire.
Spesso il desiderio di fuggire nasconde un’incapacità di stare.
Io nella vita sono sempre fuggita.
Ho sempre cercato alternative, lo stare scomoda, fuori posto.
Pensavo che lì, nell’energia che ci mettevo nel muovermi, nell’andare, nello stare in disequilibrio, mi sarei rafforzata.
Avrei mostrato il meglio di me stessa.
La mia flessibilità, la mia capacità di adattamento in situazioni non note.
Ma a volte è proprio l’imparare a stare – in una situazione nota- l’impresa più difficile.
È stare sveglia con un bambino in braccio che al quarto tentativo in cui lo appoggi nel lettino riapre gli occhi come a dire
“Mamma, riprovaci… voglio ancora coccole!!!”
È nell’impossibilità di fuggire – anche se a volte vorresti, anche se hai sonno, anche se non ce la fai più- che riscopri chi sei.
Ferma sulle tue gambe. Cercando una solidità, una stabilità, un senso.
O meglio, cullando tuo figlio mentre cammini avanti e indietro, sperando che la ninna nanna che ti sei inventata questa volta funzioni.
Comprendendo fino in fondo quanto questo (diventare mamma, avere un bimbo tra le braccia, confrontarti con la responsabilità, l’altro, l’ abbandono della solitudine, della possibilità di dire “sai che c’è… mollo tutto e me ne vado almeno per una settimana”) non sia un traguardo ma un nuovo passaggio. O punto di ripartenza.
CHALLENGE DELL’ESTATE
Come vi ho raccontato su Instagram e nella scorsa newsletter vi propongo di leggere con me JANE EYRE.
COME FUNZIONANO LE CHALLENGE
Le challenge sono i miei bookclub.
Come funzionano?
Senza obblighi né stress, non sono compiti delle vacanze ma sono un momento di scambio e crescita
Suddividerò per essere più pratici la lettura in 3 parti corrispondenti ai nostri appuntamenti.
Faremo una prima diretta libera su instagram il 28 Luglio alle 18 in cui, se avete voglia, vi chiederei di partecipare.
Lo abbiamo fatto un passato con Persuasione di Jane Austen e la diretta è stata davvero molto bella.
A seguire fisserei altri due incontri per chiunque abbia un abbonamento alla newsletter su Zoom per confrontarci e approfondire Jane Eyre e Charlotte Bronte. Indicativamente fisserei un appuntamento prima di Ferragosto e un altro a inizio settembre.
PER IL PRIMO APPUNTAMENTO DEL 28 LUGLIO VI CHIEDEREI DI LEGGERE (O ASCOLTARE) ALMENO I PRIMI 5 CAPITOLI di JANE EYRE (VI RICORDO CHE POTETE USIFRUIRE DELLA MIA PROMOZIONE SU STORYTEL PER AVERE STORYTEL GRATIS PER UN MESE).
Nel primo mi prenderò più spazio per raccontarvi un po’ di cose che so su Jane Eyre, Charlotte Bronte, la letteratura e il mito dell’amore romantico
Nel secondo ci confronteremo, a lettura finita, su quello che il romanzo ci ha effettivamente suscitato, la sua attualità e contemporaneità e sul perché può avere degli effetti sulle nostre vite.
Per quel che riguarda le date vi chiederei di avere pazienza perché in questo periodo necessito di flessibilità.
Le comunicherò comunque qui e su ig in tempo utile per permettervi di organizzarvi e – come per Sartre- gli incontri verranno registrati e condivisi con chi fa parte del club flaneuse.
Per questo nuovo appuntamento, dato che siete tante nuove arrivate apro Zoom a tutti gli abbonati senza distinzioni tra club flaneuse/ annuale/mensile.
Chi ha l’abbonamento free potrà seguire la diretta su ig e le newsletter aperte.
Se avete dubbi domande e perplessità scrivetemi su ig.
Vi ricordo qui sotto le tipologie di abbonamento al club Flaneuse
Le modalità che vi permettono di far parte del “mondo Flaneuse”- che possiamo anche definire “club”:
- Iscrizione free alla newsletter: riceverete una newsletter al mese completa e potrete accedere a tutti gli incontri free su Instagram.
- Abbonamento a 5 euro al mese: newsletter complete ogni settimana con tanti consigli di lettura, visione e spunti di riflessione. Potrete partecipare alle camminate Flaneuse (che quindi per voi saranno free) e avrete agevolazioni per corsi e altri incontri/contenuti esclusivi
- Abbonamento annuale a 40 euro l’anno: newsletter settimanale completa.
- Abbonamento gold a minimo 70 euro l’anno: membri onorari del club Flaneuse. Riceverete newsletter tutte le settimane e avrete la possibilità di partecipare alle camminate, agli incontri online e a tutti corsi
Provo a rispondere alle domande che so che mi farete (ovviamente se ne avete altre rispondetemi a questa mail o scrivetemi in DM):
Per partecipare alle camminate flaneuse cosa devo fare?
Iscrivermi alla newsletter, per ora, o con l’abbonamento mensile o con abbonamento gold.
Oppure iscrivermi alla newsletter free o all’abbonamento da 40 euro aggiungendo una quota di partecipazione.
Se non sono iscritto alla newsletter flaneuse posso partecipare alla camminata flaneuse?
No, purtroppo non puoi partecipare
Se non sono iscritto alla newsletter flaneuse posso partecipare ai corsi e incontri esclusivi?
Sì, ma non avrai agevolazioni per iscriverti. Se invece fai parte del club, sì...
5 LIBRI PER L’ESTATE
Ecco i libri che ho sul mio comodino estivo (in realtà sono su kindle, la mia valigia ormai è ripiena di body, tutine e giochini di Orlando).
LEZIONI DI CHIMICA di Bonnie Garmus
Ne parlano tutti, sta piacendo a tutti (tutti chi? Star hollywoodiane, critici del New york times, Chiara Valerio che firma la quarta di copertina). Sono curiosissima di leggere la storia di questa scienziata – che esiste solo nella finzione- che si fa largo nel mondo maschilista della scienza americana anni ’50.
Potete acquistare il libro qui
UNA FAMIGLIA MODERNA di Helga Flatland
Lo hanno paragonato alle Correzioni di Jonathan Franzen, forse non arriverà a tanto ma sulla carta è una storia familiare come quella che potremmo vivere tutti (tre fratelli, due genitori ormai anziani ai loro occhi che decidono di divorziare, il castello di carte della loro famiglia e quindi della loro esistenza che crolla) e per questo è importante che la letteratura disintegri, indaghi, analizzi.
Potete acquistare il libro qui
IL CASO AGATHA CHRISTIE di Nina De Gramont
Molto incuriosita. Mi pare il romanzo giusto per lo svago estivo senza troppi pensieri.
«Nel 1926 Agatha Christie sparì per undici giorni. Sono l’unica a conoscere la verità su questa scomparsa. Non sono Hercule Poirot. Sono l’amante di suo marito».
Potete acquistare il libro qui
Questo invece può essere le “chicca dell’estate”
Per il giornalista Jonas, una breve vacanza con le figlie tra i boschi, il mare e le pietre brulle delle isole Aland è un'occasione per lavorare in pace alla biografia di un detestato magnate dei media chiamato semplicemente «Y»: vero e proprio corruttore di parole, pronto a usarle per creare scandali e facile patetismo, è la nemesi di Jonas, che per tutta la vita le ha curate, perché fossero sempre chiare, aderenti ai fatti, inscalfibili, come la pietra del misterioso campo dietro la casa estiva.
OH WILLIAM di Elizabeth Strout
Il ritorno di Lucy Barton che ho sul comodino da un po’ ma aspettavo il silenzio, il rumore del fiume e Orlando che dormisse per godere della scrittura delle piccole cose di Elizabeth Strout
Fra sé e le proprie origini Lucy Barton ha messo due matrimoni, molti libri di successo, una vita intera: oggi è un'autrice famosa, ha splendide figlie ormai adulte e da un anno è vedova di un uomo amatissimo. Ma è del suo primo marito, William, che ora vuole parlare. William, l'irraggiungibile, infedele padre delle sue bambine: è a lui che ha bisogno di tornare. In un dialogo intimo con ciascuno di noi e con tutti i passati che non passano mai davvero, fino a quando la parola deve lasciare il posto a un'unica esclamazione sopraffatta: oh William. Oh.
Se mi accompagnate nella lettura di uno di questi fatemi sapere!
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E anche questa settimana ci siamo raccontati un po’ di cose
Voi come state? Scrivetemi quando dove e come volete a flaneuse.milano@gmail.com
Un abbraccio a tutt*
Marta
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