L'amore, la paura, Iris Murdoch, le prospettive e la vaniglia verde (tempo di lettura 8 minuti)
Ciao a tutti e bentrovati,
cercherò di non sembrare retorica se ancora vi rinnovo una gratitudine infinita per essere qui e aver scelto di condividere questo percorso, fatto di chiacchiere intime e consigli soffusi. Dieci minuti da dedicare a noi stessi, mentre sorseggiamo una tazza di tè.
Io sto bevendo il Rooibos, il tè rosso africano, che pare faccia benissimo.
Copio e incollo da my personal trainer (che mi dicono essere un sito curato da validi esperti, ma non ho evidenze solo sentito dire da amici medici).
“Tra i vari effetti studiati, sembrano maggiori le evidenze a sostegno di un effetto benefico per pazienti ad alto rischio cardiovascolare, nei quali l'assunzione di rooibos potrebbe produrre un qualche beneficio nel normalizzare i lipidi ematici (riduzione di colesterolo e trigliceridi, se elevati) e i valori glicemici (se elevati, naturalmente assumendo il rooibos senza zucchero), e nel prevenire la perossidazione lipidica (utile contro l' aterosclerosi).”
Bene, archiviata la percentuale di righe da dedicare al benessere fisico, per quello a cui posso arrivare io, che il benessere fisico lo conosco nello spazio che intercorre tra il play delle lezioni di Pamela Reif e gli ultimi trenta secondi di workout in cui compare la scritta “WELL DONE”, possiamo procedere.
Sto divagando, lo so e ne sono consapevole, perché mi sono imposta un compito che mi rendo conto ora mentre digito al computer va molto al di là delle mie competenze: parlare d’amore.
E quindi, come al solito, ricorro alle parole degli altri.
C’è qualcosa di ambiguo nel descrivere i sentimenti delle persone, per quanto si voglia essere accurati quando si inizia a definire un qualsiasi sentimento il linguaggio non basta anzi genera falsità, quando affermiamo la verità le parole sono insufficienti quasi tutto tranne cose come “Mi passeresti la salsa?” è una specie di bugia… il che potrebbe valere per quel che ho detto…
Lo dice Kate Winslet, alias Iris Murdoch in uno dei miei film del cuore che racconta la grande storia d’amore tra la filosofa e scrittrice (andatevi a recuperare i suoi romanzi, ne parleremo su Instagram se volete, il film potete recuperarlo su Sky) e suo marito John Bayley.
Iris Murdoch (se volete approfondire vi consiglio questo articolo del 2014 del Il Manifesto dedicò tutta la sua vita alla ricerca filosofica, all’esplorazione della vita interiore attraverso la scrittura - scrisse saggi, romanzi, poesie. È stata una figura controcorrente che, in tempi di filosofia analitica, teorizzava la sovranità del bene come dovere morale. Che non me ne vogliano i filosofi, ma a me piace pensare ad Iris Murdoch come ad una “filosofa dell’amore”. Anche nei romanzi, i suoi personaggi lottano contro se stessi per raggiungere il giusto e il bene. Spesso falliscono, ma il fatto di cadere non preclude la ricerca.
Perché il bene è in fin dei conti la più alta forma d’amore.
Il film racconta la meravigliosa storia tra lei e il marito, che le stette accanto sempre, anche negli ultimi anni della sua vita quando Iris si ammalò, destino terribile per una donna che ha dedicato la sua vita allo studio, di Alzheimer.
Tiro un sospiro di ammirazione (misto a invidia) pensando ad Iris Murdoch, a suo marito e a tutti quegli amori incrollabili che hanno fatto del sostegno intellettuale e di vita il loro centro. Penso a Joan Didion e John Gregory Dunne (su di loro torneremo di certo, Joan è una delle mie preferite tra le preferite). Katharine Hepburn e Spencer Tracey (anche su di loro ci torniamo, ne parlo approfonditamente nel mio Le grandi donne del cinema, di cui ho scoperto esistere anche una versione audiobook). Storie belle e imperfette, vere, appassionate, quasi mitologiche.
Poi alzo lo sguardo, sulla mia scrivania che straborda di libri, e vedo “Amore tecnoliquido: L'evoluzione dei rapporti interpersonali tra social, cybersex e intelligenza artificiale” interessante saggio a cura degli psicoterapeuti Valeria Carpino e Tonino Cantelmi.
Ho incontrato Valeria a Roma per realizzare un servizio per il programma per cui lavoro, X Style, su Canale 5 (vedi il servizio qui).
Il suo libro è un interessante affresco sui nuovi modi di incontrarsi e amare. Tutto veloce, tutto fluido, tutto immediato. Ho scoperto app di cui nemmeno sapevo l’esistenza e verificato che patologie come il ghosting si espandono peggio di un virus (mi verrebbe da dire e lo dico anche se forse è fuori luogo).
“Io vedo però nei miei pazienti una grande voglia di tenerezza”
Mi ha detto la Carpino.
È vero abbiamo bisogno di tenerezza ma sappiamo anche che in questo mondo fatto di distanze, di tecnoliquidità, di narcisismi egotici (mio neologismo coniato ad hoc per identificare il turbonarcisista da foto sui social misterioso e assorto nei suoi pensieri vuoti) è diventato tutto molto difficile.
E QUINDI?
E quindi…
“Lei cosa vorrebbe dall’amore”
Mi chiede la mia psicanalista da cui sono tornata questa settimana dopo mesi. Occhiali rotondi, il divanetto di fiori, copridivano indiano, libri che esplodono dalle pareti.
“Vorrei verità”
Le rispondo.
Che è quello che ricerco sempre, nelle relazioni che siano di coppia o di amicizia, in ogni cosa che faccio. Nel raccontare i libri, i film, nel fare le interviste.
C’è una frase molto bella che dice Luca Mazzucchelli (con cui abbiamo fatto una diretta Instragram in cui vi siete tutte innamorate, in senso platonico e intellettuale, dello psicologo della porta accanto… un ragazzo che si è inventato un modo per aiutare le persone attraverso i social e i video e la sua attività di divulgatore).
“Il significato che ognuno mette nelle cose che fa cambia non solo il loro esito, ma anche il nostro modo di sentirci”.
Mettere significato. Quando scrivo una newsletter, quando parlo a un’amica, quando rispondo alle richieste che mi arrivano via Instagram. Quando decido di intraprendere un percorso a due con qualcuno.
Un anno fa, mentre ero sdraiata sul divano come più volte vi ho raccontato, mi sono domandata “che cosa voglio fare? Che cosa so fare?”
Mi sono alzata, dopo molti giorni e molta fatica, e ho fatto la mia prima IGTV (la ritrovate ho la faccia addolorata ed emaciata con un maglione rosa).
Da lì è stato un susseguirsi di cose belle che sono arrivate perché mi muovevo io e avevo cambiato prospettiva.
Che sembra ormai una frase fatta, ma se ci pensate, la prospettiva, con la sua regola matematica del punto di fuga è l’immagine perfetta per identificare la “focalizzazione”. Io penso sempre alla prospettiva (a Piero Della Francesca, alle regole auree per mettere l’uomo al centro del quadro) quando devo concentrarmi su qualcosa.
Cerco di intravedere dove si congiungono le rette. Non capita sempre. A volte tutto si confonde e si intreccia e allora lascio stare. Ma quando le rette si incrociano, metto un punto, traccio una linea e trovo il modo di andarci incontro. Se non ci si riesce, forse bisogna cambiare il punto di fuga. E io punto di fuga l’ho cambiato, e me ne rendo conto solo ora, ritrovando amore verso me stessa.
Uscendo dalle metafore geometriche: stiamo andando verso un periodo non facile. Lo sappiamo tutti, e come Paolo Giordano ci ha spiegato meravigliosamente nella nostra diretta e sul Corriere della Sera, ci sta mettendo alla prova duramente dal punto di vista psicologico.
Sono tornate le paure, il senso di vuoto, l’ansia rispetto al presente e al futuro.
Cosa possiamo fare?
Cambiare punto di vista e concentrarci sulla nostra verità, il nostro baricentro.
“L’amore è l’incontro tra due persone che camminano solide sulle loro gambe consapevoli del loro baricentro e decidono di condividerlo” dice la psicoterapeuta.
La scrivo per non dimenticarla.
Penso al mio baricentro, mi spruzzo un po’ di Vaniglia Verde de La strega del castello (non ho mai amato i profumi, ma da quando ho conosciuto lei … ho trovato una nuova identità olfattiva).
Penso all’amore che è lì e offre il suo senso a tutte le cose che facciamo. Penso che se ci prendiamo cura del nostro baricentro possiamo imparare a prenderci cura meglio anche degli altri.
Ripenso ad Iris Murdoch e ai sentimenti che non si possono definire senza buttarci in mezzo una bugia, perché i sentimenti vanno vissuti, non pensati (lo dice anche Max Gazzè, lo so…).
E a quella frase contenuta in un libro di cui vi ho già parlato, Manuale di autodistruzione: l’amore è resistenza.
Resistiamo, anche questa volta, con amore, soprattutto verso noi stessi.
“Solo amando possiamo imparare ad amare". (Iris Murdoch)
FRASI CHE MI RIPETO
“Il desiderio scaturisce da una situazione di incompiutezza. È la reazione naturale alla triste condizione umana. Nessuno dopotutto può bastare a se stesso. Tuttavia quando cerchiamo il completamento fuori da noi, ci predisponiamo all’attaccamento. Diamo per scontato che tutte le soluzioni si trovino all’esterno: se soltanto potessimo essere uniti a quella persona o a quella cosa, saremmo completi e i nostri problemi finirebbero, Aristofane, in una favola citata da Platone e ripresa da Freud, supponeva che discendessimo tutti da antenati ermafroditi poi tagliati in due da Zeus. Siccome cerchiamo sempre la metà perduta, passiamo la vita cercando di ripristinare la smarrita unità, perseguendo quella completezza o unione che ci possa ricondurre a noi stessi. Questa è una fantasia pericolosissima perché investe l’oggetto del desiderio di troppo potere, considerandolo capace di procurare un appagamento che non è nella sua natura poter procurare".
(Buddha, Freud e il desiderio di Mark Epstein) - Puoi acquistare il libro qui
“Io, mio caro, speravo in un miracolo. Quale miracolo? Speravo semplicemente che l’amore fosse eterno, che con la sua forza misteriosa e soprannaturale dissolvesse la solitudine, annullasse la distanza tra due esseri umani, demolisse ogni muro artificiale che società, educazione, patirmonio, passato e ricordi avevano eretto fra noi. Immaginavo che il miracolo sarebbe avvenuto nel più semplice dei modi. Credevo che ogni contrasto si sarebbe sciolto nel crogiolo dell’amore”
(Sandor Marai citato da Lucia Extebarria in Io non soffro per amore) - Puoi acquistare il libro qui
FILM E SERIE TV sull'amore che vi consiglio
500 giorni insieme: uno dei miei film preferiti di sempre sulle relazioni. Tom e Summer (Joseph Gordon Leavitt e Zooey Deschanel) si innamorano, si sperimentano si vivono… e in 500 giorni l’amore nasce e tramonta. Commedia romantica deliziosa, divertente e malinconica.
Puoi guardarlo qui
Eternal Sushine of the spotless mind (traduzione italiana terribile: Se mi lasci ti cancello): è uno dei miei film della vita. Non ho nemmeno le parole per definirlo, come direbbe Iris Murdoch, se non lo avete visto, recuperatelo il più in fretta possibile.
Puoi guardarlo qui
Blue Valentine: altro film straordinario e strappalacrime che ha cresciuto una Marta ventenne (è del 2010). SINOSSI: Dean e Cindy si sono incontrati per caso, si sono amati tanto, hanno fatto una famiglia felice ma ora l'amore li ha lasciati e loro stanno per fare altrettanto, l'uno con l'altro. Mentre si concedono forse l'ultima notte insieme, nella "camera del futuro" di un motel a ore, ricordano quel che c'è stato, quello che hanno avuto e che non c'è più.
Ryan Gosling, Michelle Williams… preparate i fazzoletti…
Puoi guardarlo qui
LIBRI LETTI
Nella stanza di Emily di Benedetta Centovalli
“Non sono mai stata brava a tenermi le cose e neppure le persone, anzi le persone meno che mai. Credo che la mia vita se ha un centro è intorno alla paura” scrive così Benedetta Centovalli nel primo capitolo di questo piccolo libro pieno di senso (se cercare il significato è un po’ il tema di questa newsletter…). Lei il suo significato lo cerca nei libri di cui si occupa (è editor e agente letteraria) ma soprattutto nelle poesie di Emily Dickinson che la spingono a fare un viaggio ad Amherst in Massachussets per scoprire la casa della grade poetessa americana. Due storie di vita e di ricerca, lontane nel tempo, forse, ma che si fanno vicine, in un gioco di specchi dove è irresistibile cadere.
(con Benedetta faremo presto una diretta… se volete prepararvi…)
Potete acquistarlo qui
Il coltellino svizzero di Annamaria Testa
Un libro difficile da raccontare quello di Annamaria, perché mescola comunicazione e psicologia per offrire spunti di comportamento. Nella prima parte l’autrice parla di fenomeni che ci riguardano da vicino… i meccanismi di pensiero, di comportamento e di relazione che guidano e orientano ogni giorno la vita e le scelte di ciascuno, che hanno a che fare con il comunicare, il progettare, l’elaborare informazioni… e si pone delle domande: perché le persone più sono capaci più si sentono inadeguate? In che modo può succedere di ingannarci da soli? Come mai ridere e sentirsi fortunati è così benefico?
Nella seconda si concentra sulle relazioni con gli altri e con il mondo, reale e virtuale… siamo davvero travolti dalle informazioni? In che modo nascono i conflitti tra le persone? Come mai oggi molte persone si sentono sole?Un libro che stupisce per acume, Annamaria l’ho sconosciuta per caso in un viaggio in macchina ad un festival (a PordenoneLegge) e posso assicurarvi che ha un animo intelligente e profondo … va bene.. facciamo una diretta anche con lei.
Potete acquistarlo qui
Sedici Parole di Nava Ebrahimi
“All’inizio fu una sola. Una parola che, agile e svelta, mi assalì, come poi tutte le altre sedici, dopo un’imboscata. Non riuscivo a difendermi, le parole tornavano sempre di nuovo a impormi il loro messaggio: qui c’è ancora un’altra lingua, la tua lingua madre, non credere che quella che parli sia davvero la tua.”
Romanzo sui ritorni, le ripartenze, che arrivano quando si trova il coraggio di confrontarsi con le radici. Mona vive a Colonia, lavora come ghostwriter, la sua vita è fatta di lavoro, amici, club musicali, ma a un certo punto sente l’esigenza di tornare in Iran, il suo paese natio, per salutare per l’ultima volta sua nonna, testarda, orgogliosa, con la battuta sempre pronta.
Il paese che ritrova è trasformato rispetto a quello che ricordava e forse Mona si rende conto di non conoscere la verità sulle sue origini.
Potete acquistarlo qui
SERIE TV
Social Distance, è la prima serie tv girata in remoto e ambientata durante il lockdown. Otto episodi che raccontano in tono leggero la vita dei personaggi reclusi in casa durante i mesi di quarantena. La serie antologica (attori e temi cambiano di puntata in puntata) è prodotta da Jenji Kohan, la mente dietro a Weeds, Orange is the New Black e Glow, e scritta da alcuni degli sceneggiatori che ha realizzato le sette stagioni di Oitnb.
Emily in Paris, Netflix: devo ancora approcciarmi a questa serie tv con protagonista Lily Collins che dovrebbe essere un incrocio tra Sex and the City e Cenerentola a Parigi (in effetti Lily ricorda molto Audrey, niente da dire) in salsa generazione Z e marketing. Non so perché non mi sento nel mood, ma affronto comunque la sfida. Accetto osservazioni
We are who we are, SKY ATLANTIC: ne abbiamo parlato con Paolo Giordano in diretta. Bella bellissima la serie di Luca Guadagnino che racconta le fragilità e la ricerca di identità di due ragazzi americani in una base militare in Italia (a Chioggia!). Detto da una che non ama pazzamente i teen drama (so di essere anticiclica) vale doppio.