Natale, momenti di essere, consigli per gli acquisti
Ciao a tutti,
benvenuti a questa nuova Newsletter che precede il Natale.
Il mio albero è sempre senza palline e ancora non mi sono decisa ad approcciarmi ai fornelli con convinzione.
Ma le cose arrivano quando devono arrivare. O quando tu decidi che sia giunto il momento.
I moments of being
I momenti di essere.
Non è un caso che per questo Natale 2020 sia voluta ritornare, con il vostro supporto e la vostra partecipazione, a leggere Virginia Woolf.
Come dicevo nella diretta (se volete rivederla la trovate qui) il mio rapporto con lei nasce a 16 anni e passa attraverso la mia professoressa di inglese e un romanzo uscito alla fine degli anni ’90: The Hours di Michael Cunningham, diventato poi un film che ha condotto Nicole Kidman all’Oscar nel 2003 (se non lo avete letto o magari avete visto solo film o magari vi è venuta questa curiosità, trovate il libro a questo link e il film su Sky).
Leggendo Virginia mi sono sentita per la prima volta “frantumata”. Ho capito che i miei stati d’animo, le mie variazioni d’umore, i miei dubbi costanti su tutto quello che avevo intorno, non erano sbagliati, ma erano umani.
Qualcuno ha scritto che per essere fan di Virginia Woolf bisogna essere un po’ masochisti. Perché significa fare del flusso di coscienza il proprio metro dell’esistenza. Significa accorgersi che quello che si pensa in un momento potrebbe mutare e cambiare da un momento ad un altro. Ribaltarsi, stravolgersi, cambiare costantemente punto di vista. E quindi prospettiva.
Virginia ha cambiato il mio modo di essere e di leggere perché ha sovvertito ogni tipo di certezza. E lo ha fatto per prima, lo ha fatto da sola, lo ha fatto perché nelle parole lei ricercava una misura di definizione del caos del mondo.
Scriveva per chiarirsi, scriveva affinchè la complessità di cui siamo fatti noi esseri umani non rimanesse più oscurata, ingabbiata da trame e da regole. Da eroi ed eroine che dessero lezioni di vita e coraggio. Virginia al coraggio ha preferito la follia. All’amore appassionato, la messa in dubbio di un sentimento che, sebbene scollato dalle necessità sociali del matrimonio, si rivela spesso ingannevole, vuoto, impossibile.
Prendiamo il personaggio di Terence de La crociera (il libro principale della nostra challenge… se non lo avete ancora potete acquistarlo qui).
L’alter ego maschile di Virginia Woolf, l’aspirante scrittore. L’uomo che vuole “scrivere un romanzo sul Silenzio, sulle cose che la gente non dice. Ma la difficoltà è immensa (…) Vogliamo scoprire cosa c’è dietro le cose, non è vero?”
Decenni prima di psicologi e sociologi dell’amore liquido degli Uomini che vengono da Marte e le Donne da Venere, Terence dice a Rachel (la protagonista del romanzo, la ragazza di 24 anni nel pieno della sua educazione sentimentale):
Qualche volta penso che tu non sia innamorata di me e che non lo sarai mai (…) in te c’è qualcosa che non riesco ad afferrare (…) Tu hai sempre bisogno di qualche altra cosa.”
Impossibilità di incontro tra maschile e femminile. Fallimento insito di un sentimento come l’innamoramento. Fallimento anche del matrimonio che, come ci rivelano tutte le coppie a bordo della nostra crociera, conduce all’infelicità o a tiepidi rapporti d’amicizia che presuppongono, come nel caso di Clarissa Dalloway, una subordinazione della donna all’uomo.
Non a caso, Virginia conoscerà la passione amorosa molto tempo dopo (quando scrive La Crociera ha circa trent’anni e la scrittura coincide con il suo matrimonio con Leonard Woolf), quando incontra la libera e appassionata Vita Sackville- West. Virginia ha più di quarant’anni e questa passione la travolge e rimette in dubbio un’altra volta. Perché scopre che forse l’amore esiste. E scopre anche che la narrazione attorno all’amore è una prova durissima per uno scrittore.
Ma di questo parleremo nella prossima diretta. Perché nel rapporto tra Vita e Virginia c’è tanto di emotivo ma anche di scritto. Tanto che è connesso all’impossibilità di “dire” l’amore, quanto alla necessità di farlo. Quando ci innamoriamo abbiamo bisogno di dirlo… di trovare le parole. Ma le parole sono impossibili da trovare e, nello stesso tempo, necessarie, affinché l’amore esista. Okay, vi sto ingarbugliando i pensieri. Facciamo una cosa alla volta… perché questo è un tema che mi è molto caro e va sviluppato con un alto grado di approfondimento.
Torniamo a Virginia e al perché dobbiamo leggerla OGGI.
Virginia era una ribelle, una scrittrice rivoluzionaria, una donna libera.
Se penso a lei, la prima parola che mi viene in mente è LIBERTA’.
La libertà di essere la donna che si vuole in un momento storico in cui non era possibile- la libertà di scrivere quello che si vuole quando nessuno l’ha fatto prima di te.
È una scrittrice di tempi incerti che passano attraverso guerra e mutamenti sociali. E noi viviamo tempi incerti e la prima lezione che Virginia ci dà è questa: la libertà.
Nei tempi incerti, dove tutto viene stravolto, la cosa migliore che possiamo fare e lasciarci stravolgere. Frantumarci per ritrovare una nuova forma. Abbandonarci alla libertà più pura e spaventevole, per ritrovare delle nostre forme di certezza.
E come si fa?
Attraversando i momenti di essere.
Avevo 16 anni e leggevo per la prima volta Virginia Woolf e imparavo e comprendevo per la prima volta i suoi MOMENTI DI ESSERE.
Per Virginia, passiamo gran parte della vita ovattati… senza renderci conto che stiamo vivendo.
Poi ci sono dei giorni… in cui la vita si squarcia e tutto il passato, il presente, la nostalgia e il desiderio di futuro, i nostri dolori più intimi e profondi e i momenti di gioia, acquisiscono un senso.
Non a caso Mrs Dalloway è ambientato in un’unica giornata in cui la vita di Clarissa crea un corto circuito che la conduce all’uscita da sé. Dal suo essere borghese, una moglie perfetta, una donna che vuole comprare dei fiori.
Non a caso ne La crociera il tempo viene sospeso e nonostante ci sia un viaggio, un punto di inizio e un punto di fine, noi veniamo travolti dai dialoghi dei personaggi che ci regalano un tempo sospeso.
Abbiamo riflettuto tante volte sul senso del tempo in questi mesi, tra newsletter, romanzi e riflessioni.
Se dobbiamo trovare qualcosa di vagamente positivo in quest’anno malefico è il senso di sospensione che in questo inverno oscuro, in queste feste di Natale azzoppate, in queste impossibilità di libertà dobbiamo con forza trasformare in momenti di essere.
Siamo anche se tutto è fermo. Siamo anche se la nostra quotidianità è stravolta. Siamo anche se niente ci sembra più come prima.
Accettiamo lo stravolgimento e facciamoci stravolgere. Sentiamoci un po’ Virginia Woolf e buttiamo sulla carta i nostri momenti. Le nostre sensazioni mutevoli.
Ricordiamoci che non siamo fatti di granitiche certezze ma di mutevoli perplessità (come Clarissa, come Rachel, come Terence).
Proviamo ad innamorarci del nostro presente incerto. O meglio: di noi inseriti nel presente incerto.
Questo è il mio augurio per il Natale 2020.
Che sia un momento di essere.
Un momento in cui lasciamo andare.
Lasciamo andare le paure, lasciamo andare le ansie. Lasciamo anche andare noi stessi. Non è necessario sempre afferrarci, comprenderci, incasellarci.
Perdiamoci di vista.
Saliamo a bordo di una crociera senza tappe.
Accorgiamoci di ciò di cui non ci siamo mai accorti.
Sempre vostra (come si firmerebbe Virginia ormai il mio processo di immedesimazioni mi ha completamente portata fuori di testa!)
Marta