Ritrovarsi, oltre la guerra
Ci ritroviamo in un punto assolutamente inaspettato della storia. Nessuno di noi pensava che qualcosa del genere fosse possibile
Svetlana Aleksievic, 2022
Abbiamo bisogno di tutto il nostro coraggio
Virginia Woolf, 1940
Carissimǝ,
che bello ritrovarvi qui!
Vi mando questa mail per salutarvi e riaprire un dialogo con voi, sperando di costruire un nuovo presente e futuro fatto di parole.
È stato un bel viaggio quello che abbiamo passato l’anno scorso insieme e che ho dovuto sospendere con l’arrivo dell’estate. Complici libri da scrivere (uno era M come Milano che è uscito lo scorso settembre) e vita da vivere.
Avrei tanto voluto riprendere a scrivervi a partire dall’autunno, ma la vita, il destino, il tempo, le cose che succedono hanno bloccato quelli che erano i miei “piani”.
Come in molti di voi che mi seguono sui social sanno… sono rimasta incinta. Nel momento in cui meno me lo sarei aspettata, ma -a volte la vita viene davvero prima di noi- in cui per assurdo ero più pronta.
L’ho capito nel tempo, superando la gincana dei primi tre mesi di gestazione, tra ansie, nausee e stanchezza profonda.
Una stanchezza che mi costringeva a dormire, a staccare, a dover scegliere di eliminare dei pezzi di impegno perché… non ce la facevo. Mi addormentavo in piedi, seduta, prima di pranzo, dopo pranzo, mentre cercavo di scrivere o guardare una serie tv.
Di solito nei film, per mostrare che una donna è incinta… va in bagno e vomita. Ecco, io non vomitavo (nonostante avessi una nausea costante) ma dormivo.
Lo dico perché per me è stata una notizia, non me lo sarei aspettata… nessuno mi aveva preparata a questo stato di zombismo costante.
La pancia mi ha costretta a rallentare come mai mi era successo prima.
Facendomi arrabbiare
Provando a farmi ribellare
Ma poi, in conclusione, ad accettare il dato di fatto: sono incinta, ho un cantiere nella pancia che sta formando un bambino, devo dormire.
Non vi nascondo (ma ci torneremo in questi appuntamenti che come era stato l’anno scorso mescoleranno il privato e il pubblico) che è stato facile per me rinunciare a progetti e idee.
Tra ottobre e dicembre avevo in previsione di scrivere il mio nuovo libro per poi ripartire con la newsletter e un progetto ampio di racconto e divulgazione della cultura sui social e offline.
Ma non riuscivo.
Non riuscivo a concentrarmi, non riuscivo a stare seduta su una sedia senza sentire la testa pulsare e quel piccolo cuore blu che mi pulsava nella pancia richiedere riposo.
Mi sono arresa, affidandomi in cuor mio alle parole delle amiche: vedrai… dal quarto mese tutto cambia.
Ed è stato così, dal quarto mese sono rinata, un’energia inaspettata e positiva mi ha pervasa e ora eccomi qui, all’inizio del settimo con un pancione sempre più grande (ma sei enorme!!) e con tanta voglia di fare.
Certo, a pensarci un anno fa non mi sarei mai aspettata di riprendere questo appuntamento con un bambino nella pancia e nella situazione internazionale che stiamo affrontando.
Ci salutavamo (l’ultima newsletter è di maggio 2021) con il mondo che riapriva, l’estate che esplodeva e il desiderio di dimenticare, vivere, divertirsi, inebriarsi di leggerezza.
Oggi, proprio nel momento in cui la vita sembrava riaccendersi, con la moda sulle passerelle di una Milano in festa, finalmente, dopo due anni, gremita di pubblico, professionisti, stranieri, è scoppiata un’emergenza ancora più grande, inaspettata, preoccupante.
Che rievoca immagini di un passato che mai avremmo pensato di rivivere.
Io mi ritrovo qui con la scrivania ripiena di libri…
Da una parte il Diario della mia amatissima Virginia Woolf nelle pagine, finali, in cui incredula affrontava un’ Europa sull’orlo dell’ingresso nel secondo conflitto mondiale
Venerdì 13 settembre 1940
Un forte senso di invasione nell’aria. Strade affollate di automezzi militarie soldati. Appena tornata da una giornata pensante a Wimbledon. Un improvviso ristagno. La gente era svanita.
Dall’altra ho i testi nuovi e vecchi che sto leggendo per capire meglio la situazione che stiamo vivendo.
Anna Politkovskaja, La Russia di Putin, che ho acquistato in formato Kindle non appena è scoppiata la guerra, che spiega ragioni e origini del comportamento e delle scelte di Vladimir Putin. Anna Politkovskaja era una giornalista che ricercava la verità e che non aveva paura di raccontarla. È morta uccisa da quattro colpi di pistola il 7 ottobre (il giorno del mio compleanno… ) del 2006. Puoi acquistarlo a questo link
Svetlana Aleksievic, Tempo di seconda mano. Capolavoro della giornalista Premio Nobel nel 2015 che ho avuto l’onore di intervistare a PordenoneLegge qualche anno fa che racconta la Russia dell’ultimo secolo attraverso le voci delle donne e degli uomini che ha intervistato nel sul campo. Creando una polifonia di sguardi e opinioni ricordandoci che la storia (e il presente) sono fatti per lo più dalle persone. Il libro lo trovate anche su Storytel , con questo link potete avere 30 giorni gratis. Mi farebbe piacere (anzi … penso proprio che lo farò) organizzare un bookclub dedicato a questo audiobook e parlarne nelle prossime settimane con esperti di Russia e Ucraina. Puoi acquistarlo a questo link
Lucia Tilde Ingrosso, Anna Politkovskaja. Biografia appena uscita della grande giornalista russa che sto leggendo per documentarmi meglio su di lei. E sulla quale mi farebbe piacere fare una diretta per conoscerla tutti meglio. Puoi acquistarlo a questo link
Markijan Kamys, Una passeggiata nella zona. Reportage dalla zona di Cernobyl che aiuta a capire meglio i territori di cui sentiamo parlare ogni giorno, per incontrare la vita e l’arte di un paese pieno di vita. Markijan Kamys è lo scrittore ucraino che sta firmando per Repubblica il suo Diario da Kiev. Puoi acquistarlo a questo link
Ne ho ordinati e ho in progetto di leggerne altri, ne parlo in questo post.
Conoscere è sempre il primo punto di partenza per confrontarsi con ciò che abbiamo intorno per quanto spaventoso e complesso esso sia.
Come dicevo in un post, tutta la filosofia stoica che ho letto e cercato di introiettare in questi anni di lockdown, delusioni sentimentali, stravolgimenti lavorativi, sovvertimenti epocali, in questo caso faccio fatica ad applicarla.
Il principio numero uno di Epitteto (vi consiglio in qualsiasi situazione voi siate di leggere o ascoltare il suo Manuale) ovvero: distingui ciò che dipende da te da ciò che non dipende da te, in questo caso non ha contorni. Perché quello che pare è che nulla dipenda da noi. Tutto avviene fuori e noi stiamo qui sopraffatti.
L’unica cosa che possiamo fare è trovare il nostro modo di aiutare, contattando associazioni, comprando medicine, pannolini. Inviando denaro.
Ma ci sembra non basti.
Ci sentiamo così impotenti.
Siamo anche piuttosto incazzati perché eravamo a pochi passi dal poter tranquillamente tornare a parlare di leggerezza, occuparci degli Oscar, delle sfilate, di dove andare a mangiare a cena, di viaggi, come passare le vacanze senza sentirci in colpa.
E invece no. Dobbiamo avere coraggio. Un’altra volta.
Più che noi, che ce ne stiamo tranquilli nelle nostre case al caldo, coccolando i nostri cagnolini (Marcello!!) dobbiamo rimanere saldi per infondere energie positive nel mondo per chi il coraggio deve averlo davvero. Per scappare dalla propria città e il proprio paese, lasciando case, oggetti, affetti, persone.
Non esistono guerre giuste e guerre sbagliate. Intelligenti o meno intelligenti, ma di certo questa ci sembra inspiegabile e ci spaventa perché riapre ciò che non pensavamo più di dover vivere: un paese che invade un altro paese, in Europa.
E dunque la domanda è… cosa faccio? Di cosa parlo?
La mia risposta rimane sempre la stessa: parlo delle cose che mi hanno sempre permesso di capire e interagire con il mondo… i libri e i film.
Anche se la Storia ci sta travolgendo. Anche se il Presente ci cade addosso come un macigno.
I romanzi, i libri, Dostoevskij (ho già commentato su instagram quello che penso di chi vuole sospendere corsi su scrittori russi per altro anti zaristi….), la cultura rimangono un allenamento imprescindibile a ciò che potrebbe salvarci da molta follia: l’empatia.
COME FUNZIONA QUESTO NUOVO APPUNTAMENTO FLANEUSE
Dopo l’esperimento dell’anno scorso che mi ha dato moltissime soddisfazioni, ho deciso di cambiare un po’ le regole per trasformare questa attività in un vero e proprio lavoro e poterci mettere tutta l’attenzione e la cura necessaria.
La newsletter sarà la base per informarsi e partecipare a progetti, idee, eventi, corsi e camminate del mondo che ruota attorno al mio profilo Instagram e che chiamo amichevolmente Flaneuse.
Da marzo ogni mese (compatibilmente con il fatto che devo partorire) vi proporrò corsi online, camminate per la città, incontri esclusivi con autori, bookclub che andranno ad affiancare il lavoro continuo che porto avanti su Instagram.
Le modalità che vi permettono di far parte del “mondo Flaneuse”- che possiamo anche definire “club”:
- Iscrizione free alla newsletter: riceverete una newsletter al mese completa e potrete accedere a tutti gli incontri free su Instagram.
- Abbonamento mensile (5euro) : newsletter complete ogni settimana con tanti consigli di lettura, visione e spunti di riflessione. Potrete partecipare alle camminate Flaneuse (che quindi per voi saranno free) e avrete agevolazioni per corsi e altri incontri/contenuti esclusivi.
- Abbonamento annuale (40 euro): newsletter complete ogni settimana con tanti consigli di lettura, visione e spunti di riflessione. Potrete partecipare alle camminate Flaneuse (che quindi per voi saranno free) e avrete agevolazioni per corsi e altri incontri/contenuti esclusivi.
- Abbonamento CLUB FLANEUSE (70 euro l’anno): membri onorari del club Flaneuse. Riceverete newsletter tutte le settimane e avrete la possibilità di partecipare alle camminate, agli incontri online e a tutti corsi.
Provo a rispondere alle domande che so che mi farete (ovviamente se ne avete altre rispondetemi a questa mail o scrivetemi in DM):
Per partecipare alle camminate flaneuse cosa devo fare?
Iscrivermi alla newsletter, per ora, o con l’abbonamento mensile o con abbonamento gold.
Oppure iscrivermi alla newsletter free o all’abbonamento da 40 euro aggiungendo una quota di partecipazione.
Se non sono iscritto alla newsletter flaneuse posso partecipare alla camminata flaneuse?
No, purtroppo non puoi partecipare.
Se non sono iscritto alla newsletter flaneuse posso partecipare ai corsi e incontri esclusivi?
Sì, ma non avrai agevolazioni per iscriverti. Se invece fai parte del club, sì.
VI CONSIGLIO DI RCUPERARE
La diretta con Daria Bignardi relativa al suo romanzo “Libri che mi hanno rovinato la vita e altri amori malinconici”. Abbiamo chiacchierato di libri, lettura, romanzi che rovinano la vita ma che te la cambiano (generalmente in meglio).
Diretta con Valeria Fioretta di Gynepraio con cui abbiamo parlato di Rompi il soffitto di cristallo! Di Aboca Edizioni, un saggio molto interessante che si domanda quale sia il rapporto tra genere e leadership interrogando otto super leader mondiali (da Hillary Clinton a Theresa May passando per Jacinda Ardern e molte altre) offrendo uno spaccato multiforme e inclusivo, interessante per chi si occupa di studi di genere e chiunque voglia lasciarsi ispirare da queste donne straordinarie.
Diretta con Marco Peano per il suo romanzo “Morsi”, Bompiani editore, una storia di formazione che diventa un horror della crescita con risvolti inaspettati che l’autore ha spiegato in diretta.
IGTV dedicata ad Amatissimi, bel romanzo dell’esordiente americana Cara Wall, che ricorda molto la scrittura di un’autrice che amo molto, Elizabeth Strout e mescola vite private a storia degli Stati Uniti.. attraverso le vicende di due coppie. Storie di due matrimoni i cui mariti sono ministri della chiesa del Greenwich Village nella New York dei sovvertimenti sociali e della guerra in Vietnam degli anni Sessanta.
COSE CHE HO VISTO E CHE VORREI VEDERE
Sto seguendo con grande passione la nuova stagione di Mrs Maisel a cui dedicherò sicuramente una newsletter tra poco.
Devo ancora finire la terza stagione de L’amica geniale di cui ho visto i primi tre episodi.
Ho visto Hotel Portofino, su Sky, lanciato come una via di mezzo tra Downton Abbey e i film di James Ivory, ma mi ha lasciata piuttosto insoddisfatta. Piacevole racconto delle vicende che ruotano attorno ad un Hotel di lusso aperto dall’inglese Bella Ainsworth (Natasha McElhone) nella Portofino del 1926 con Mussolini alle porte. Manca della verve e dei personaggi di Downton Abbey ma se avete voglia di svago, begli ambienti e costumi e tè delle 5 ve lo consiglio.
Ancora sto capendo se Fedeltà, tratto dal romanzo di Marco Missiroli, mi sia piaciuto oppure no. Vi allego quanto scritto per Best Streaming (BestMovie) di questo mese:
Parto con le critiche: la serie mi è piaciuta con riserva. Ha affrontato una sfida difficile: rendere immagine un romanzo intimo, che gioca con l’ambiguità e l’ambivalenza. In alcuni frangenti c’è riuscito, in altri meno.
Il finale – a cui da lettrice mi ero affezionata e avevo trovato a suo modo rivoluzionario- è cambiato, è più esplicito, spiegato. Forse più banale.
Ora veniamo ai punti di forza. Perché Fedeltà seppur nel tradimento – necessario- da libro a serie tv
A chi dobbiamo essere fedeli? Agli altri o a noi stessi?
È questa la domanda che si pone Fedeltà, la serie tv targata Netflix tratta dal romanzo di Marco Missiroli del 2019, con Michele Riondino e Lucrezia Guidone.
Carlo è uno scrittore in crisi creativa sposato con Margherita da qualche anno.
Vivono a Milano in una casa che è diventata troppo piccola per contenere le rispettive inquietudini e sogni traditi: Carlo non riesce più a scrivere romanzi, Margherita ha lasciato la carriera da architetta optando per quella più sicura da agente immobiliare.
La loro è una coppia che attraversa una fase di stallo: la bolla dell’innamoramento è finita, bisogna diventare grandi, ma l’orizzonte progettuale dei due si assottiglia, si confonde, si fa man mano più rarefatto. E, come spesso accade, a complicare le cose entrano in gioco dei terzi elementi che distraggono dall’obiettivo di ritrovare armonia e serenità. Nel caso di Carlo, la bella e talentuosa Sofia, sua studentessa di un corso di scrittura, in quello di Margherita il suo fisioterapista dallo sguardo misterioso e sexy.
E se nel romanzo di Missiroli- verso il quale la serie è aderente seppure con qualche cambiamento soprattutto nel finale- è il tema del dubbio rispetto all’altro ad essere centrale, nella serie tv firmata da Andrea Molaioli (con l’intervento di Stefano Cipani per due puntate) alla regia e Alessandro Fabbri, Elisa Amoruso e Laura Colella per la sceneggiatura, il dubbio diventa stimolo per una scelta e Margherita sembra agire di riflesso e conseguenza rispetto al “malinteso” nel quale il marito viene coinvolto quando viene trovato nel bagno dell’università abbracciato alla sua studentessa (è stato a causa di un malore o è qualcosa di più?).
Anche se in fin dei conti chi è il primo a iniziare poco importa. Quello che conta è lo spaccato sociale e sentimentale che viene mostrato e analizzato, perché Fedeltà racconta di una generazione che ci prova a diventare grande ma non sempre ci riesce. Che si domanda che valore possa avere la fedeltà in una contemporaneità in cui molte barriere sociali sono cadute: quello che conta è solo l’amore, ma forse l’amore non sempre basta.
La fedeltà è un’idea, un voto, un tentativo di proteggersi da una realtà ben più frammentata e inafferrabile.
E se all’ inizio degli anni 2000 avevamo lo Stefano Accorsi de L’ultimo bacio che attraversava “la crisi del maschio quarantenne”, titubando di fronte alla giovane e sensuale Martina Stella, qui la situazione si fa ancor più complicata perché non è solo paura di prendersi una responsabilità. La domanda che Missiroli (e successivamente la serie) si pone è: ma che senso ha, oggi, la responsabilità?
Nel 1961 Marcello Mastroianni e Jeanne Moreau dopo una notte in cui si allontanano, tradiscono, boicottano a vicenda in quel capolavoro che è La notte di Antonioni- con una meravigliosa Monica Vitti- alla fine si ributtano l’uno sull’altra forse perché le catene della borghesia sono troppo difficili da sciogliere, nonostante la presa di consapevolezza dei propri sentimenti disintegrati.
In Fedeltà- ambientata in una Milano luminosa di eventi, locali, possibilità, ma che è difficile da conquistare davvero- quella che viene messa in scena è la crisi del sé che non trova risposta (o forse ad un certo punto la troverà) nel noi.
In una crisi che è più personale che di coppia. Ma che è nella coppia che sfoga la sua frustrazione.
“Se per le passate generazioni il matrimonio era un passaggio verso l’età adulta, oggi è il segno dell’averla già raggiunta” scrive la BBC in un’inchiesta uscita a inizio Gennaio sul senso del matrimonio per le nuove generazioni.
Carlo e Margherita forse hanno compiuto un passo affrettato e per poter procedere insieme non hanno altra scelta se non aspettarsi.
APPUNTAMENTI DI QUESTA SETTIMANA
Questa settimana ci vediamo su Instagram:
Martedì 8 marzo con una IGTV dedicata alla festa della donna in cui vi consiglierò libri di autrici russe e ucraine… come simbolo di pace.
Mercoledì 9 marzo con Jana Karsaiovà, Divorzio di velluto. Come si sopravvive allo strappo, alla perdita delle radici? Cosa resta, come ci si inventa di nuovo? Katarína torna da Praga a Bratislava per trascorrere il Natale insieme alla famiglia. Alle vecchie incomprensioni con la madre, si aggiunge la difficoltà di giustificare l’assenza del marito Eugen. Ma in quei pochi giorni ritrova anche le vecchie compagne di università, soprattutto Viera, che si è trasferita in Italia grazie a una borsa di studio e torna sempre più malvolentieri in Slovacchia.
Giovedì 10 marzo alle 18 ripartono le lezioni di filosofia con la prof Maria Russo! Introdurremo il filosofo esistenzialista Jean Paul Sartre e lanceremo la lettura del prossimo mese.
Ci leggiamo la prossima settimana,
Un abbraccio flaneuse
Marta